Agenti allo stremo, turni di lavoro massacranti, condizioni igieniche insopportabili, pochissime tutele e nessuna garanzia. L'effetto dell'emergenza immigrazione che interessa il nostro Paese si riversa inevitabilmente e pesantemente sulle forze dell'ordine. Ogni giorno situazioni al limite dell'assurdo. Da Nord a Sud la situazione è la stessa. Mancano uomini e mezzi soprattutto e chi si trova in servizio deve confrontarsi con operazioni che vanno ben oltre le «normali» mansioni.
Una situazione di emergenza quotidiana che non riguarda soltanto Ventimiglia ma diversi commissariati ed uffici di polizia in tutta Italia. La Sicilia è al collasso ma è caos anche a Cagliari, Reggio Calabria, Vibo Valentia, là dove si concentra il maggior numero di sbarchi. Ma anche in città che non sono approdo diretto dei disperati che arrivano sulle nostre coste come Trieste, Bologna, Como e Firenze l'emergenza è ormai prassi. «I tagli alle forze dell'ordine hanno portato l'intero apparato al collasso e l'emergenza immigrazione ha portato tutto all'estremo», lamenta il segretario nazionale del Sap Gianni Tonelli, che snocciola numeri preoccupanti. «Mancano almeno 45mila uomini, 17mila dei quali soltanto nella Polizia di Stato. Ogni giorno tremila uomini sono dedicati esclusivamente a gestire l'emergenza migranti. Risorse preziose che non possono giocoforza essere destinate al servizio ordinario». Si verificano quindi anche situazioni paradossali come accaduto di recente a Cagliari dove l'intero organico di polizia è stato destinato alla gestione dello sbarco di una nave carica di migranti lasciando di fatto completamente sguarnita l'intera città. «C'è solo da sperare che in questi casi non succeda nient'altro, altrimenti immaginate cosa potrebbe succedere», spiega Tonelli.
Capita che molti agenti entrino in servizio alle 5 di mattina e restino operativi in condizioni limite anche per 24 ore, con turni sballati e riposi che saltano tra la gestione dell'emergenza tout court e tutta quella che è l'inevitabile organizzazione burocratica che va dall'attività fotosegnaletica, alla presentazione delle pratiche di asilo. Senza contare l'emergenza sanitaria. «Non abbiamo strumenti all'altezza - denuncia Tonelli-. Molti colleghi hanno contratto la tubercolosi anche perché le visite mediche cui sono sottoposti i migranti sono ridicole. Per motivi di tempo e spazi durano soltanto pochissimi secondi e non possono che essere estremamente superficiali».
Dal sindacato di polizia arriva un atto d'accusa e al tempo stesso una richiesta disperata di aiuto al ministero dell'Interno. «La situazione è invivibile e nessuno conosce davvero l'assurda realtà in cui lavoriamo. Da parte nostra c'è grande carità cristiana e solidarietà laica verso le persone che arrivano nel nostro Paese ma con questi uomini e mezzi non possiamo fronteggiare l'ordinario, figurarsi l'emergenza.
Il governo dovrebbe mettere sul tavolo da subito un piano serio di assunzioni ed investimenti, già dalla prossima finanziaria. Non si può più restare a guardare, ma il ministro Alfano finora non ha mosso un dito. Deve sapere che sta lasciando i suoi uomini abbandonati a loro stessi».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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