Nordio lancia l'appello. "I magistrati non cadano nell'abbraccio mortale dell'opposizione. Scandalo intercettazioni: faremo una legge"

Il Guardasigilli a tutto campo intervistato dal direttore Sallusti al Salone della giustizia a Roma. Sul caso Garlasco: "Vicenda paradossale. A un certo punto bisognerebbe avere il coraggio di arrendersi, lasciando la verità agli storici"

Nordio lancia l'appello. "I magistrati non cadano nell'abbraccio mortale dell'opposizione. Scandalo intercettazioni: faremo una legge"
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Carlo Nordio pensava di averle sentite tutte. "Da quando sono ministro sono stato abituato agli improperi più sciagurati". Ma questa. "Adesso anche l'attentato alla Costituzione. Bene - si sfoga con Alessandro Sallusti - è una sciocchezza solenne, un'affermazione schizofrenica perché la Carta ha in sé il suo rimedio, non è intoccabile e anzi prevede essa stessa di essere modificata, peraltro con un procedimento molto lungo". Ora però che la riforma affronta l'ultimo miglio, i toni si alzano. "Una polemica sterile, la separazione delle carriere esiste in tutta Europa". Sono altri, sostiene, i pericoli che corre la nostra democrazia, ad esempio che le toghe si trasformino in un partito. "Spero che la magistratura non accolga l'invito pronunciato in termini vescovili da Dario Franceschini, che in aula ha detto: accodatevi a noi, così facciamo cadere il governo. Se precipitasse in questo abbraccio mortale, diventerebbe una forza politica". Si "prostituirebbe". Insomma, "sarebbe un disastro".

Mentre al Senato inizia il dibattito finale sulla riforma, la sedicesima edizione del Salone della giustizia si apre con un faccia a faccia tra Nordio che spiega lo stato dell'arte e il direttore del Giornale che lo sollecita. Si va verso il referendum, lo scontro monta e il Guardasigilli, preoccupato, invita alla calma. "Supplico perché la discussione, seppur accesa, non assuma caratteri degenerati. Mi auguro che l'aggressività verbale cessi e la polemica venga mantenuta in termini razionali e giuridici". Ecco, argomentando proprio in punta di diritto, "non si può dire che sia un attentato alla Costituzione applicare un articolo della Costituzione". E si stupisce, l'ex procuratore di Venezia, che certe critiche gli arrivino dai colleghi. "Quello che mi amareggia è che qualche volta le accuse vengano da magistrati". Così, tanto per essere più chiaro: "La giustizia non può essere strumentalizzata o addirittura prostituita per ragioni politiche".

Certo, poi il ministro si rende conto che la riforma per l'Italia "è una novità assoluta", che può "creare complessità". Però servirebbe che le toghe fossero più neutrali. "Già il fatto di essersi costituti in comitati per il no è ai margini della costituzionalità, perché parliamo di servitori dello Stato". Quand'anche fosse legittimo, resta "una questione di opportunità". C'è ancora spazio per il dialogo? Forse, su alcuni aspetti, sì. "Tanti magistrati mi dicono che il sorteggio per nominare i membri del Csm è giusto, e lo sostiene soprattutto chi è stato vittima della spartizione correntizia". Questo criterio, spiega, "fa parte della nostra tradizione: sono sorteggiati i membri del Tribunale dei ministri, delle giurie popolari, delle Corti d'Assise". E non si tratta "di scegliere tra i passanti", le estrazioni avvengono "in un canestro dove per definizione tutte le persone sono intelligenti, preparare e oneste". Ma è sulla divisione delle carriere che gli animi sono da sempre infuocati. "C'è più compatibilità tra i magistrati - ironizza il Guardasigilli - ma si può capire perché chi entrava in magistratura sapeva di avere un simile fringe benefit, sapeva di poter cambiare quando voleva".

E la giungla delle intercettazioni? "Una vergogna", risponde il ministro. "Abbiamo già fatto una legge su questo e state certi che, dopo il referendum, ce ne occuperemo ancora. È uno scandalo - tuona - accade solo in Italia una porcheria del genere". Destra e sinistra, vale per tutti. "Una ministra una volta è stata costretta a dimettersi perché hanno pubblicato una frase nemmeno sua. Esempi che si sono ripetuti". Nordio considera il tema uno dei suoi "punti fissi". Annuncia: "Il riordino delle intercettazioni è già allo studio. Lo porteremo a termine nell'interesse dei cittadini ma anche della magistratura".

Quanto a Report e la bomba, vicinanza massima. "Io sono stato tra i primi non soltanto a manifestare solidarietà a Sigfrido Ranucci, ma a dire chiaro e tondo che un attentato a un giornalista è un attentato contro lo Stato. La libertà di stampa è sempre sovrana". Cita Voltaire: "Non ho le tue idee, però lotterò fino alla morte perché tu possa sostenerle". Parola di "liberale".

Chiusura sul caso Garlasco. Nordio ammette che "i cittadini assistono al paradosso" di un'inchiesta "conclusa da anni con una persona condannata e in prigione" e un'altra "in direzione opposta".

Che fare? Da una parte abbiamo "l'obbligatorietà dell'azione penale con pm serissimi che seguono la seconda indagine", dall'altra "la difficoltà di ricostruire fatti così lontani nel tempo". E quindi, conclusione, "a un certo punto bisogna avere il coraggio di arrendersi, lasciando la verità agli storici".

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