Le nostre case valgono 1.200 miliardi in meno Ma le tasse volano: +31%

Ecco il risultato dei governi Monti, Letta e Renzi: dal 2010 mattone deprezzato e spremuto di imposte Bortolussi (Cgia): meno ricchi però paghiamo di più

RomaIl risultato dei governi Monti-Letta-Renzi? Le nostre case valgono sempre meno. In compenso lo Stato continua a spremere il mattone a più non posso. Lo dicono in due: Cgia di Mestre e Confedilizia. Il primo centro studi ha fatto i calcoli e ora denuncia: «Negli ultimi 5 anni il valore economico degli immobili è crollato. Soprattutto quello delle abitazioni che hanno subito, in termini assoluti, una perdita di 1 miliardo e 200 milioni di euro. Nel contempo le tasse sono salite in misura esponenziale del 31,2%». Tradotto in soldoni: «Il carico fiscale sul mattone è aumentato di ben 12,3 miliardi di euro: se nel 2010 era pari a 39,48 miliardi di euro, nel 2014 ha toccato i 51,8 miliardi». Il segretario degli artigiani di Mestre, Giuseppe Bortolussi sintetizza così: «Siamo meno ricchi, ma paghiamo di più. Due fenomeni di segno opposto che hanno contribuito a spingere il settore dell'edilizia nella crisi più pesante mai registrata negli ultimi 70 anni». Le case «si sono svalutate del 16,6% mentre gli altri immobili (capannoni, uffici, negozi, laboratori artigianali, ecc.) hanno subito una contrazione pari a 136,6 milioni di euro (-6,7%)».

In compenso lo Stato, incapace di mettersi a dieta, ha inondato di tasse proprio gli immobili. «La selva di tasse e imposte che grava sugli immobili è spaventosa - dice sempre Bortolussi -: in questa analisi la Cgia ha tenuto conto dell'andamento di tutte le imposte legate alla redditività (Irpef, Ires, Registro e bollo sui contratti di locazione e cedolare secca), ai trasferimenti (Iva, Registro e bollo sui passaggi di proprietà, imposte ipotecarie/catastali, imposte di successione /donazione) e al possesso (Ici/Imu, Tasi, imposta di scopo, Tari)». Ebbene, «con la crisi e il crollo della domanda abitativa, anche le compravendite hanno subito una forte contrazione. Sempre tra il 2010 e il 2014, le operazioni di acquisto e vendita riferite alle abitazioni sono diminuite di circa 208.000 unità (-27,3%)». Questo per quanto riguarda la casa. Ma anche capannoni e negozi sono stati ugualmente colpiti: «Per gli immobili strumentali, invece, la contrazione ha sfiorato le 12.500 unità (-25,1%). Questa situazione ha avuto delle ripercussioni negative anche per le attività economiche che ruotano attorno al comparto casa. Molti artigiani dell'edilizia, del legno, del settore dell'installazione degli impianti sono stati costretti a gettare la spugna o nella migliore delle ipotesi a ridurre drasticamente il personale alle proprie dipendenze».

Quadro fosco che Confedilizia dipinge ancor più nero: «Il patrimonio immobiliare italiano si è svalutato dal 2012 di circa 2.000 miliardi, essendo quantificabile nel 30 per cento la riduzione verificatasi per effetto soprattutto della forte imposizione fiscale», precisa il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa.

Che sul fisco aggiunge: «Anche in merito alle tasse le cifre sono ben più pesanti: di sole imposte patrimoniali, l'aumento rispetto al 2011 è stato del 178 per cento, essendosi passati dai 9 miliardi dell'Ici ai 25 di Imu e Tasi. La situazione, insomma, è ben più grave di quella tratteggiata dalla Cgia di Mestre, e necessita, come non ci stanchiamo di ripetere, di azioni urgenti per porvi rimedio».

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