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"Il nostro Sos a luglio. Nessuno ha risposto"

Gli anziani non hanno la certezza di riuscire a vaccinarsi. Figuriamoci i 40enni e i 50enni sani

"Il nostro Sos a luglio. Nessuno ha risposto"

Gli anziani non hanno la certezza di riuscire a vaccinarsi. Figuriamoci i 40enni e i 50enni sani. Che saranno anche quelli meno a rischio ma che comunque sono i veicoli privilegiati di Covid e influenza, quelli che tra scuola, lavoro e spostamenti, sono socialmente più attivi. Loro non possono far altro che mettersi in lista in farmacia, spesso invano. Ne abbiamo parlato con il presidente Fofi, federazione dell'ordine dei farmacisti, Andrea Mandelli.

Le farmacie sono prese d'assalto?

«Si e purtroppo i farmacisti sono quelli che ci mettono la faccia e che devono dire alle persone che non si sa quando e se arriveranno le dosi».

Stiamo vivendo la replica del caso mascherine? Anche quelle erano introvabili.

«Stiamo facendo di tutto per evitare la tempesta perfetta delle mascherine. O le Regioni ci danno i vaccini o l'Aifa deve cercarli da qualche altra parte, all'estero».

Il problema è che le ordinazioni sono state fatte tardi.

«Le dosi sono state programmate lo scorso febbraio e noi farmacisti a luglio abbiamo fatto presente il problema al ministero. Poi non abbiamo più saputo nulla».

Cosa avevate chiesto?

«Oltre ad anticipare l'allarme, ci siamo resi disponibili per poter somministrare, e non solo vendere, i vaccini in farmacia, come già avviene in Francia, Germania, Regno Unito, Svizzera. Siamo tuttora disponibili. Questo permetterebbe di alleggerire il carico di lavoro degli studi medici e non concentrare tutti nelle sale d'attesa».

Secondo lei la vera categoria a rischio qual è?

«Diciamo che paradossalmente i 60enni sono più tutelati dei 50enni. Da quest'anno rientrano infatti nelle categorie con la priorità sulla vaccinazione come gli over 65. I più giovani invece, che sono i più attivi, rischiano di rimanere scoperti. Invece non va sottovalutata la copertura vaccinale anche di questa categoria se davvero vogliamo limitare contagi e rischi. Sono i 50enni quelli che si spostano di più e che vanno a prendere i bambini a scuola».

Cosa si può far ora?

«Noi continuiamo la nostra battaglia ma ci rendiamo conto che il tempo stringe. Consideriamo che il vaccino non si produce come un farmaco qualunque, quindi bisogna fare in fretta. Ora che parte la campagna pro vaccinazione, noi chiediamo di avere nuove scorte in farmacia entro il 15 di ottobre.

Altrimenti non riusciremo a soddisfare le richieste delle infinite liste che abbiamo».

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