Notte di paura per Sgarbi: «Pochi minuti e sarei morto»

L'infarto in autostrada, la corsa in ospedale e l'operazione Un video su WhatsApp: «Presto sarò pronto a tornare in pista»

Antonio Lodetti«Non sarebbe stato da Sgarbi andarsene all'altro mondo al casello autostradale di Modena Sud. Capre, sono ancora qui». È questo il provocante messaggio che Vittorio Sgarbi lancia ai suoi fan, dalla sua pagina facebook, dopo la paura e l'operazione al cuore subita la scorsa notte dopo un infarto che lo ha colto in piena autostrada. Tutto bene, pericolo scampato anche se il professore è ancora in terapia intensiva... Però parla, scherza, si agita come sempre, tenuto a bada dagli infermieri del Policlinico di Modena e dalla fidanzata Sabrina Delcolle.Sgarbi viaggiava alle due del mattino, con il suo autista, da Brescia verso Firenze, dopo aver partecipato ad una manifestazione dedicata al Moretto e aver visitato due chiese. All'altezza di Mantova ha cominciato a sentire forti dolori al ventre, al petto e al braccio: «Ho reclinato il sedile ma niente - ha raccontato Sgarbi - ma niente: il dolore non passava». Così ha preso subito la decisione più saggia, quella di uscire al volo al casello di Modena Sud per raggiungere il policlinico del luogo. «Pensavo fosse un malore passeggero - ha detto ieri il professore in un video affidato a Whatsapp dove appare in buona forma - ma poi ho capito che era qualcosa di più grave, a differenza di altri episodi che mi sono capitati in passato. Così ho deciso di fermarmi. Mi hanno detto che se avessi tardato dieci minuti sarei morto perché la coronaria si sarebbe occlusa completamente. Anche il battito cardiaco, durante l'operazione, era particolarmente basso. È questo essere arrivato così vicino alla morte senza averne la consapevolezza che mi fa pensare. Ora dovrò subire un secondo intervento, ma poi sarò di nuovo pronto a rappresentarmi».Pronto a tornare in pista dunque, visto che l'intervento di angioplastica con l'applicazione di uno «stent» (il cosiddetto «palloncino»), è riuscita alla perfezione, come ha comunicato l'équipe medica che lo ha preso in cura: «Le sue condizioni sono buone. Dopo aver risolto il quadro acuto è stabile e tranquillo. C'è bisogno di un perido di riposo ma il tempo di recupero è variabile. Non ha avuto bisogno di anestesia. Ha questo carattere un po' forte e lo ha dimostrato anche in questa occasione».Carattere forte e molto buonsenso. Sgarbi e l'autista hanno avuto la prontezza di riflessi di fermarsi subito, altrimenti sarebbe stata la tragedia. E il pensiero corre a Pino Daniele, morto proprio sull'autostrada per non essersi fermato, col suo cuore supermalandato alla casa di cura più vicina (in Toscana) e aver continuato la sua corsa verso l'ospedale di Roma che lo aveva in cura. Le persone più vicine a Vittorio Sgarbi sono un po' in ansia, non tanto per le condizioni del professore, ma perché questo «colpetto», come hanno sottolineato i medici, potrebbe cambiare drasticamente le sue abitudini e il suo stile di vita. Non sono certo indicate, per il recupero ma per il futuro in generale, le «maratone» cui Sgarbi si sottopone inaugurando mostre e gallerie, tenendo conferenze, dibattiti e lezioni d'arte che si trasformano in pièce teatrali (come è accaduto di recente a Milano con un exploit su Caravaggio), esilaranti e violenti contraddittori in tv e nelle più svariate sedi. È un vulcano che dovrà imparare a stare più quieto e pacato.

Il suo pubblico lo aspetta (il suo post su Facebook è stato accolto da 24mila «mi piace» nel giro di un'ora) e l'arte ha bisogno di lui, della sua enciclopedica cultura raccontata con spirito battagliero, senza filtri e senza false ipocrisie contro tutto e contro tutti.

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