A nove anni ucciso in tenda La madre morta in un burrone

Il bambino è stato colpito probabilmente con un bastone La donna era in cura per una grave depressione

A nove anni ucciso in tenda La madre morta in un burrone

BergamoSu un prato dei Piani dell'Avaro di Cusio - in alta Valle Brembana nella Bergamasca - giovedì sera è stato trovato il corpo senza vita del piccolo Patrick Lorenzi, che a febbraio avrebbe compiuto 10 anni. Ieri, intorno alle 13.15, è stato recuperato il cadavere della madre, Jessica Mambretti, 41 anni di Ponteranica, comune alle porte del capoluogo. Dei due non si avevano più notizie da giovedì: la donna, che soffriva di depressione, si era fermata con il figlio sul Monte Avaro a 1.850 metri di altezza, in una tenda da campeggio, forse già da mercoledì.

Ieri, dopo lunghe ricerche, gli uomini del Soccorso alpino e i vigili del fuoco, hanno ritrovato il corpo della donna, in una scarpata, non molto distante da quello del figlio, a qualche centinaia di metri dalla piccola canadese. Sul corpo del piccolo sarebbero state trovate ferite provocate forse da un corpo contundente (magari un bastone) e tagli irregolari, probabilmente inferti da un'arma improvvisata. Certezze sulle cause della morte si avranno solo dopo l'autopsia, disposta dal magistrato per fare chiarezza sulla tragedia. Il pubblico ministero di Bergamo Raffaella Latorraca già nella mattinata di ieri, prima del ritrovamento del corpo della madre, aveva aperto un fascicolo per omicidio. Probabilemte dopo aver ucciso il bambino si è tolta la vita.

L'allarme era stato lanciato da un pastore giovedì intorno alle 20 che aveva notato la tenda, posizionata in una zona ripida, poco adatta al campeggio, a circa mezz'ora di distanza dall'albergo rifugio «Monte Avaro», a 1.850 metri d'altezza. L'uomo aveva già visto la tenda la mattina, chiusa e con una luce accesa. Verso sera, passando di nuovo dal sentiero, si è insospettito. Nel dubbio che qualcuno potesse aver avuto un malore l'ha aperta: all'interno c'erano due zaini, che, tra le altre cose, contenevano alcuni giocattoli e il «bugiardino» di un farmaco antidepressivo. Il pastore ha trovato anche un cellulare, ha letto la voce «mamma» nella rubrica e ha chiamato il numero corrispondente. Dall'altro capo ha risposto la nonna del bambino che, sapendo del momento difficile attraversato dalla figlia, ha chiesto all'uomo di dare l'allarme. A questo punto sono scattate le ricerche: Patrick giaceva in un prato vicino senza vita. ieri infine il ritrovamente della mamma, poco dopo le 13, a una certa distanza dal luogo in cui era stato ritrovato il ragazzino.

La donna viveva sola con il figlio, seguita dalla sua famiglia e dai servizi sociali del Comune di Ponteranica. Dalla nascita di Patrick, pare che i genitori, Jessica Mambretti e Marco Lorenzi, non abbiamo mai vissuto insieme. La donna, dopo aver abitato per alcuni anni a Pontida, comune dell'Isola, dal 2009 si era trasferita vicino alla casa di famiglia del padre di suo figlio, in via Canero. ma i rapporti tra i due pare fossero molto tesi fin dal giorno della separazione, avvenuta nove anni fa.

A confermare la difficile situazione psicologica della quarantunenne, è il sindaco di Ponteranica: «La signora aveva manifestato alcune fragilità ed era stata segnalata dalla scuola ai servizi sociali, inoltre in seguito a un aggravamento delle sue condizioni nell'ultimo mese, era stato contattato il Tribunale dei minori per un accertamento – spiega Alberto Nevola -. Lei aveva aderito volontariamente a un programma di supporto alla genitorialità, ma nell'ultimo mese la situazione è degenerata: anche a causa di un possibile cambio di abitazione, la signora era parsa particolarmente agitata. Nonostante questo non è stato messo in discussione il fatto che non avesse la capacità per accudire il figlio».

Una situazione di disagio e di difficoltà, dunque, nota ma non ritenuta tanto grave da poter sfociare in una simile tragedia: «Assolutamente nessuno avrebbe potuto immaginare a una cosa del genere – conclude il primo cittadino -. La donna aveva anche una buona rete di aiuto familiare e il fatto che avesse deciso di rispondere al programma di assistenza non lasciava presagire a quello che è successo».

Molto più preoccupato per la situazione era invece il nonno del piccolo Patrick: «Jessica – afferma Vittorio Lorenzi - negli ultimi anni soffriva di depressione e io ho detto più volte a mio figlio di fare attenzione. Avevamo paura, ma non immaginavamo che sarebbe potuta succedere una tragedia simile».

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