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Nove morti, 13mila sfollati. "Come un altro terremoto"

Sono 21 i corsi d'acqua esondati in tutta la regione. Gli esperti: "Un ciclone mediterraneo super intenso"

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Era stato detto che il peggio doveva ancora arrivare. E martedì notte in Emilia Romagna le previsioni si sono avverate. Il maltempo che già stava sferzando la regione da 24 ore ha assunto dimensioni catastrofiche, con un bilancio delle vittime che di ora in ora si è fatto sempre più pesante. Nove le persone morte, migliaia quelle sfollate perché l'acqua ha invaso le loro case. Ventuno i fiumi esondati, anche in più punti. Ferrovie interrotte, strade provinciali demolite, un ponte crollato nel Bolognese.

Da Cesena a Faenza, da Riccione a Lugo, fino a Bologna. Le strade dei centri abitati si sono trasformate in torrenti, chi non è riuscito a raggiungere i piani alti delle abitazioni per essere portato in salvo dagli elicotteri è rimasto intrappolato e ha dovuto aspettare che i soccorritori arrivassero con gommoni o mezzi anfibi. Molti hanno chiesto aiuto con foto e messaggi sui social network. Alcuni, purtroppo, non ce l'hanno fatta e sono stati travolti dall'acqua. Una quantità di pioggia eccezionale: in un giorno e mezzo in Romagna è caduta quella che generalmente cade in tre mesi, dicono gli esperti. Precipitazioni determinate da un ciclone mediterraneo insolitamente intenso per il mese di maggio che, nato sulle coste del Nord Africa, ha poi risalito la Penisola, esasperato dal cosiddetto effetto «Stau», che si verifica quando una corrente d'aria perde parte della sua umidità superando una catena montuosa, favorendo maggiori precipitazioni nelle zone limitrofe. «Si pensa che tanta acqua così, caduta in 48 ore e in maniera ininterrotta, non venisse giù da oltre un secolo», dice il presidente Stefano Bonaccini nel fare un bilancio di un'emergenza che ha messo in ginocchio la sua regione. Un «evento imprevedibile» che, per portata di danni, il governatore paragona a un nuovo terremoto, come quello del 2012, del quale tra due giorni ricorre l'anniversario. «Reagiremo come abbiamo fatto con il sisma», assicura Bonaccini. Ora è il momento di pensare all'incolumità delle persone, poi si passerà alla conta dei danni: «Abbiamo bisogno di tante risorse e noi ci metteremo tutta la forza dell'Emilia Romagna e della sua gente». La Protezione civile ha prorogato l'allerta rossa anche oggi in gran parte dell'Emilia Romagna, arancione su Lombardia, Toscana e Marche. Le scuole rimarranno chiuse nei comuni colpiti, tranne a Riccione.

Resta critica la situazione a Cesena, dove si teme una nuova esondazione del fiume Savio. Dopo una notte da incubo ieri tutte le forze erano ancora impegnate per mettere al sicuro le famiglie, tante delle quali hanno aspettato sui tetti l'arrivo degli elicotteri. Timori permangono per le strade allagate, in città e nelle campagne, e per le frane nelle zone collinari. A Forlì una persona data per dispersa è stata trovata e massa in salvo. A Ravenna rimangono osservati speciali il Ronco e il Montone, per il rischio che rompano gli argini. Tanto che il sindaco ha emesso un nuovo ordine di evacuazione per circa 14mila persone, dopo le 6mila già allontanate nei giorni scorsi. Per chi non sa dove andare sono stati allestiti dei centri di accoglienza. A Faenza, una delle città più colpite, gli sfollati sono 550. «Difficile trovare le parole per descrivere tanta distruzione», ha scritto su Facebook il sindaco, Massimo Isola. Ma i cittadini si sono già rimboccati le maniche e si sono messi al lavoro per spazzare via il fango dalle strade.

Disastrosa la situazione sul litorale, da Riccione a Ravenna, dove le mareggiate si sono mangiate gran parte della spiaggia, ostacolando la partenza della stagione balneare.

Per il persistere del maltempo, infine, è stata interrotta la circolazione di diversi treni.

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