Coronavirus

Le nozze e i battesimi "asettici" della Fase 2: mascherina e divisorio in plexiglas sull'altare

Regole anti Covid: cerimonie e banchetti a "numero chiuso" e "doppio turno"

Le nozze e i battesimi "asettici" della Fase 2: mascherina e divisorio in plexiglas sull'altare

Immaginate un faccia a faccia tra la regina del wedding planner, Enzo Miccio, e il re del lanciafiamme, Giuseppe De Luca. Ieri il focoso governatore campano ha incontrato l'azzimata categoria degli «organizzatori matrimoniali» per stilare il «disciplinare anti-Covid» cui ci si dovrà attenere nell'«approntare cerimonie e banchetti». Matrimoni o battesimi, fa poca differenza. La festa è sempre festa. Dalla chiesa al ristorante, però, ogni fase dovrà essere rigorosamente a norma. Riti «sterilizzati» nella forma, ma - si spera - non nella sostanza. Certo farà una certa impressione vedere una barriera di plastica trasparente davanti all'altare dividere il prete dalla «zona sposi» o dall'«area battesimi». Per non parlare degli invitati e dei testimoni che dovranno tutti indossare mascherina e guanti. Si chiuderà un occhio solo per i futuri marito e moglie, anche perché sussurrare il memorabile «sì» con la bocca tappata da una garza chirurgica non sarebbe il massimo del romanticismo. Conclusa la messa, senza scambio di manuali segni di pace, la comitiva (debitamente santificata e sanificata) lascerà la chiesa per raggiungere il ristorante. Anche qui posti contingentati con «numero chiuso» e «doppi turni» per evitare assembramenti, soprattutto davanti al buffet. Dopo mangiato verranno consegnate le bomboniere (c'è chi ha pensato a utili boccettine di Amuchina coi confetti all'interno di pratici guanti in lattice). In prima linea sul fronte della ripartenza nozze-battesimi figurano la Campania (di qui il coinvolgimento del governatore De Luca) e la Puglia (il presidente della Regione, Michele Emiliano, è un culture dei pranzi di nozze): qui le prenotazioni di chiese e ristoranti sono già sold out da oggi fino alla primavera 2021.

«Un business da due miliardi l'anno che coinvolge migliaia di lavoratori tra location, catering, fotografi, regali, estetiste, parrucchieri e stilisti», fanno sapere gli «esperti del comparto». Le severe regole pugliesi e campane prevedono anche «mascherine per fotografi e cineoperatori (lì i matrimoni sono equiparati al red carper del Festival di Cannes ndr)». Tutti inoltre dovranno sottoporsi alla «misurazione della temperatura e igienizzazione delle mani». Indispensabile poi riorganizzare gli spazi per assicurare il mantenimento della distanza tra i partecipanti «di almeno un metro e mezzo» e, se la distanza dal celebrante non potrà essere assicurata, «la postazione dedicata al rito dovrà avere divisori in plexiglas».

Stefano Sgueglia, leader di Assocastelli, l'associazione delle dimore storiche ma anche alberghi dediti alle nozze è raggiante: «Noi siamo già pronti con il distanziamento dei tavoli e possiamo dividere in due giorni i matrimoni affollati: se hai 200 ospiti farai un giorno la cerimonia con 100 parenti e il giorno dopo con 100 amici».

Come diceva Totò: «È la somma che fa il totale».

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