
L'Italia è in allarme rosso. Oltre la metà del nostro paese potrebbe oggi finire nella fila dei cattivi, anzi dei cattivissimi, a causa dei dati del contagio che peggiorano di giorno in giorno. Ieri una nuova giornata nera: i 25.673 contagi rappresentano il nuovo record del 2021 (per trovare un dato più alto bisogna risalire al 28 novembre, 105 giorno fa), i tamponi positivi sono il 6,90 per cento del totale, i morti sono per il quarto giorno consecutivo sopra quota trecento (373), i ricoverati in terapia intensiva crescono di 32 unità e soprattutto lo fanno per il 22° giorno consecutivo: il 17 febbraio erano 2.043, ieri 2.859, il 40 per cento in più.
Ma come sempre a fare testo, e a finire nel dossier all'esame della cabina di regia chiamata oggi «colorare» l'Italia, sono i dati settimanali. Che condannano molte regioni al cartellino rosso. Quelli che stiamo per sciorinare sono i numeri dell'ultima settimana aggiornati a ieri, e quindi più avanti rispetto a quelli esaminati dai tecnici del governo, che si fermano al 7 marzo, e quindi sono una fotografia freschissima. E drammatica. A dare peso al numero di contagi settimanali ogni centomila abitanti, che il Cts considera prioritario (sopra i 250 si finisce in zona rossa quasi in automatico) la Lombardia è spacciata, con un dato di 318,33, che si innalza al 466,53 per la provincia di Brescia e a Milano è di 259,02. Sembrano spacciate anche l'Emilia-Romagna (446,90), il Friuli-Venezia Giulia (399,60), la provincia autonoma di Trento (380,62), le Marche (349,65), la Campania (325,85), , il Piemonte (307,55). A queste andrebbe aggiunta la provincia autonoma di Bolzano, che ieri è rientrata sotto la soglia di allarme (246,32) ma il 7 marzo era a 285,37 e quindi in fuorigioco. In base a questo semplice indicatore, sarebbero in rosso da lunedì 15 marzo 28,3 milioni di italiani, quasi la metà dell'intera popolazione.
Va considerato poi che anche Puglia (231,22), Toscana (229,52), Abruzzo (224,74) e Veneto (202,49) sono vicini alla soglia di rischio, e queste quattro regioni assommano altri 13,8 milioni di abitanti. Va anche detto che ieri l'Italia intera ha superato il confine del 250, con 150.175 contagi totali negli ultimi sette giorni, ovvero 251,80 ogni 100mila abitanti. In base ai numeri potrebbero uscire dal rosso la Basilicata (173,88) e il Molise (158,39) le uniche due regioni attualmente in questa fascia assieme alla Campania. Non sembra invece correre rischi il Lazio (183,24 contagi settimanali ogni 100mila abitanti) malgrado l'assessore regionale alla Sanità Alessio D'Amato ieri manifestasse ansia a causa dell'Rt a quota 1,3.
Ecco, l'Rt è un fattore che divide. Si tratta di un indicatore che per molti mesi è stato la stella polare del decisore politico, ma che sta perdendo colpi perché complesso e inadeguato. Ieri i ricercatori che afferiscono allo StatGroup-19 ha parlato di «persistente cecità da parte dei decisori politici che continuano a considerare Rt, così come calcolato dall'Iss e dalla Fondazione Bruno Kessler, come indicatore discriminante per prendere le decisioni. Ormai è condiviso dalla comunità accademica il grave vulnus legato a questo modo di procedere, di cui il lavoro è solo un esempio di tutti gli errori metodologici fatti finora nella stima di Rt».
In questo momento sembrano avere maggiore credibilità il numero di contagi settimanale e il tasso di occupazione dei pazienti Covid-19 dei posti letto negli ospedali, in particolare quelli di terapia intensiva. Il ministero della Salute ha sempre indicato nel 30 per cento la soglia di rischio. Attualmente la superano Umbria (57,6), provincia autonoma di Trento (54,4), Molise (51,3), Marche (45,9), Lombardia (45,6), Emilia-Romagna (45,5), Abruzzo (43,3), Piemonte (38,7), provincia autonoma di Bolzano (38,0), Toscana (35,6), Friuli-Venezia Giulia (34,9), Puglia (30,2).
Un elenco che si sovrappone quasi perfettamente con quello precedente. Superano entrambi i fattori di rischio Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Marche, Friuli-Venezia Giulia, Trento e Bolzano. Ne superano solo uno Campania, Umbria, Molise, Abruzzo e Puglia.