Una «priorità assoluta», un tema in cima all'agenda su cui «lottare» nel cuore delle istituzioni europee per avere finalmente una politica sulla sicurezza basata sulla cooperazione tra Stati membri dalla polizia all'intelligence e, possibilmente, anche il battesimo dell'esercito europeo. Se ne parla - a vuoto - da anni, ma la minaccia al Vecchio Continente del terrorismo fondamentalista potrebbe accelerare le cose. Nelle acque di Ventotene, su una portaerei, tra Renzi, Merkel e Hollande si è parlato dunque anche di una «Schengen della difesa».
E forse si sono gettate le prime basi per una cooperazione in chiave difensiva e antiterrorismo che riprenda lo spunto lanciato nei giorni scorsi dai ministri italiani Gentiloni e Pinotti: varare una «mutualizzazione» di risorse militari, per cominciare, anche solo tra alcuni degli Stati membri. Di certo, ha ricordato Hollande, servono «più mezzi, più risorse, più forze di protezione», mentre anche la Merkel ammette: «Dobbiamo fare di più per la sicurezza interna ed esterna».
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