I magistrati affondano il colpo contro il sistema Salerno. La Procura iscrive nel registro degli indagati il governatore Pd della Campania Vincenzo De Luca.
L'accusa è pesantissima: concorso in corruzione. Il filone è quello che punta a far luce sul ramificato sistema di appalti pilotati, favori e voti, che parte da Salerno e arriva fino a palazzo Santa Lucia, sede della giunta regionale campana.
Un'indagine che accende i fari sui presunti appalti truccati e i rapporti tra l'amministrazione comunale salernitana e cooperative sociali. Nel filone è indagato anche il sindaco di Salerno Enzo Napoli.
Nella stessa inchiesta, coordinata dal capo della Procura di Salerno Giuseppe Borrelli, sono finiti in manette nelle settimane scorse, Nino Savastano, consigliere regionale della Campania, ex assessore del Comune di Salerno, ma soprattutto un fedelissimo dello «sceriffo» De Luca, e Fiorenzo Zoccola, presidente di una cooperativa.
Da ieri nel fascicolo, dunque, c'è anche un nome pesantissimo: Vincenzo De Luca. A rivelare la notizia è stato Massimo Giletti, con un video sul sito del Corriere della Sera. La polizia ieri mattina ha notificato al governatore l'avviso di garanzia nella sede del Genio Civile di Salerno dove De Luca registra ogni venerdì la sua tribuna social, diventata un appuntamento fisso con l'emergenza covid. Nel palcoscenico del suo show settimanale, insomma. C'è stato il fuoriprogramma con l'arrivo degli agenti. Il presidente della Campania non si è scomposto: la registrazione è andata avanti. Ma dallo sceriffo nessuna parola sull'indagine. Il governatore parla di vaccini, governo e covid. Attacca. Ripete il solito monologo. Mette nel mirino Speranza e Figliuolo. Prende in giro Miguel Gotor, neo-assessore della giunta Gualtieri. Ma tace sull'inchiesta. Come tace il Pd nazionale. Tutti in silenzio sull'inchiesta che fa tremare l'uomo forte dei dem nel Sud.
La proroga delle indagini potrebbe scatenare un terremoto giudiziario in Campania anche alla luce delle rivelazioni del capo delle cooperative, Fiorenzo Zoccola, che in due interrogatori ha parlato con i magistrati per oltre 14 ore, svelando un sistema che - secondo quanto da lui confermato - sarebbe in piedi da diversi anni coinvolgendo politici e cooperative. Il fortino del governatore, rieletto alle ultime regionali con percentuali bulgare, rischia di sgretolarsi. Le opposizioni incalzano: «Restare garantisti è un obbligo di civiltà quando si è al cospetto di un avviso di garanzia, ma che esistesse un Sistema Salerno quale pratica del consenso deluchiano è di pubblico dominio. Vincenzo De Luca alla luce dell'avviso di garanzia deve fare piena chiarezza e non sono ammissibili insulti e teatrini con i quali svia sempre l'attenzione. Il Pd con il suo segretario Letta continuerà con la sua linea di omertà politica? Il ministro Lamorgese continuerà a rimanere immobile rispetto ai pesanti condizionamenti del voto che emergono dall'inchiesta? Aspettando i risultati del serio lavoro della magistratura diciamo che Istituzioni e politica dovrebbero arrivare prima a compiere passi coraggiosi a garanzia dei cittadini» - commenta Antonio Iannone, senatore di Fratelli d'Italia. E gli attacchi arrivano anche dal fronte grillino: «Un'indagine per corruzione su un sistema che tutti conoscono e di cui tutti parlano da anni, rispetto al quale auspichiamo che i magistrati facciano al più presto piena luce».
L'ex sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo chiede le dimissioni del sindaco di Salerno. La Lega denuncia: «Troppe ombre sulla trasparenza amministrativa nella nostra regione». Tutti sapevano. Ma nessuno parlava. Da ieri, De Luca, che già pensava al terzo mandato da governatore, è sotto assedio.
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