Da leader predestinato a rinviato (a giudizio), da delfino a tonno. Chi ha visto Gianfranco Fini? A parte la Procura di Roma, in pochi. La vita di Fini ha subito un tracollo verticale. Se qualche anno fa, da terza carica dello Stato, parlava al telefono direttamente con il capo dello Stato (Napolitano) per preparare la sua scalata a Palazzo Chigi, da un anno ormai - da tanto dura la sua nuova vita da indagato - più che altro parla con Michele Sarno, il suo avvocato salernitano, ex dirigente di Alleanza nazionale e perciò, a quanto pare, difensore a titolo gratuito del suo ex leader Fini, pensionato d'oro della politica senza più redditi da lavoro.
Le uscite pubbliche di Fini nella nuova veste di indagato si contano sulle dita di una mano. La prima alla Camera, come ex presidente, per le celebrazioni dei 60 anni dei Trattati di Roma. Nessuno se l'aspettava, a pochi giorni dalla notizia dell'indagine per riciclaggio e la richiesta di arresto per il cognato Giancarlo Tulliani, che Fini avesse il coraggio di farsi vedere in Parlamento. Se ne accorse per primo il suo ex compagno di partito (An), Maurizio Gasparri: «Alla Camera si celebra l'Europa e Fini ha la faccia di bronzo da presentarsi a Montecitorio scambiandolo per Montecarlo». Poi qualche mese dopo ancora un'apparizione, anche se involontaria perché rubata dai paparazzi. L'ex leader compare in un servizio sul settimanale Oggi che lo sorprende ad un tavolo di ristorante romano, all'aperto, con la famigliola. Eloquente la didascalia: «Gianfranco Fini è indagato per riciclaggio per la brutta storia della casa di Montecarlo, suo cognato Giancarlo Tulliani è ancora latitante a Dubai. Ma l'ex presidente della Camera sembra proprio non curarsene. E si mostra più unito che mai alla moglie Elisabetta Tulliani e alle loro figlie. L'intesa con Elisabetta non sembra aver sofferto».
Anche se Fini aveva già sostenuto di essere stato un «coglione» (testuale) a fidarsi dei Tulliani, moglie compresa, e aveva preso già abbondantemente le distanze dal cognato. Nonostante le due linee difensive, sue e dei Tulliani, siano ormai opposte, le ultime notizie li danno ancora come una coppia, coabitante nella casa di Valcannuta - periferia di Roma - che la Tulliani si era fatta intestare dal suo ex fidanzato, Luciano Gaucci. Non è noto però che piega abbia preso la loro relazione, dopo l'ultimo interrogatorio in cui Fini ha scaricato a piè pari la compagna («Elisabetta mi ha confessato solo recentemente che, insieme al fratello Giancarlo, nel 2008, avevano deciso di comprare la casa di Montecarlo. Non l'ho riferito per timore delle ripercussioni laceranti soprattutto con riferimento alle mie figlie»). Poi, ultima apparizione pubblica, alla camera ardente per Altero Matteoli, l'ex colonnello della fu Alleanza Nazionale.
Quel che è certo, l'inchiesta (e ora il possibile processo) hanno messo ko ogni velleità di ritorno sulla scena politica di Gianfranco Fini.
Prima che gli arrivasse la tranvata giudiziaria, l'ex vicepremier si era dato da fare - tra libri, convegni, interviste - per preparare il terreno ad una rentrée come «allenatore» (testuale» di una «nuova destra anti-Le Pen e governativa». E poi, da ultimo, pure come «esperto di islam», invitato ad un convegno con la Bonino un anno fa. Pochi giorni prima dell'inchiesta che gli ha tagliato ogni speranza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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