Coronavirus

Nuove tensioni in maggioranza: il Rilancio dell'Italia può attendere

Il decreto Aprile (diventato Rilancio) in cdm non prima della prossima settimana. A far discutere è l'ipotesi condono

Nuove tensioni in maggioranza: il Rilancio dell'Italia può attendere

"Mancano sei o sette miliardi all'appello". Sarebbe questo il nodo su cui si è arenato il governo e che fa slittare ancora il decreto Rilancio (già dl Aprile prima e dl Maggio poi). 55 miliardi promessi ormai da quasi due mesi e che rischiano di arrivare quando ormai molte delle imprese che dovrebbero aiutare hanno già chiuso i battenti.

Sul tavolo del premier Giuseppe Conte c'è un dossier di 766 pagine di proposte: in pratica ogni ministero e ogni parte sociale cerca di spingere verso il proprio settore una fetta dei fondi che dovrebbero far ripartire il Paese.

Ma è l'ipotesi spuntata nelle ultime ore e che è pensata per trovare i fondi mancanti che ha spaccato di nuovo la maggioranza. "Qualcuno ha lanciato una proposta che subito è stata affossata...", rivela una fonte parlamentare all'agenzia Agi. Nelle bozza del decreto, infatti, è oggi spuntato un condono edilizio che ha scatenato soprattutto i 5 Stelle, certi che l'idea sia venuta a un esponente dem. Dal canto suo il Pd ha tagliato corto: "La stagione dei condoni è stata quella di altri governi".

Caso chiuso sul nascere? Forse. Resta il fatto che se davvero mancano "6 o 7 miliardi", le risorse da qualche parte il governo dovrà trovarle. Un'intesa era attesa già nel weekend, ma ora i tempi sembrano allungarsi ancora e il Consiglio dei ministri dovrebbe slittare almeno a lunedì. Partito democratico e Movimento 5 Stelle sono in fibrillazione ormai da giorni. Difficile trovare una sintesi sulla questione del reddito di emergenza: i grillini chiedono che venga implementato nel reddito di cittadinanza, mentre i dem sono convinti debba essere una misura una tantum. Cifra e requisiti restano gli stessi: da 400 a 800 euro per chi non percepisce altri sussidi e si trova in difficoltà.

E poi ci sono la cosiddetta sanatoria dei migranti irregolari (cara ai renziani) e il possibile utilizzo del Mes. "Sarà il Parlamento a decidere", assicura Conte. Ma con Italia Viva che scalpita per avere un ruolo di primo piano i giochi sono tutt'altro che fatti.

A preoccupare è anche il caso Bonafede, con la retromarcia del ministro della Giustizia sulle scarcerazioni dei mafiosi. Proprio stasera il Guardasigilli ha portato sul tavolo un provvedimento che permette una valutazione dei giudici di sorveglianza anche "immediata" qualora il Dap verifichi che le condizioni sul contagio da coronavirus sono mutate rispetto a febbraio. Un decreto approvato dal Cdm in un'ora e mezza.

Ma che difficilmente frenerà le polemiche.

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