C i può stare che uno non legga i giornali o non guardi più i tiggì della tivù generalista. Si sa, queste generazioni sono connesse ad altro. Però, almeno all'amato smartphone e ai suoi gratuiti notiziari, un'occhiata la si potrebbe anche dare ogni tanto. Perchè sembra che la tragedia del Raganello, costata la vita a dieci persone (la bambina di 9 anni è ancora in prognosi riservata al Gemelli di Roma) sia stata inutile.
Ieri, come riportato da alcune televisioni, sul posto sono tornati i turisti. Ancora nessuna calata, d'altronde nel parco nazionale del Pollino ieri pioveva e non siamo ancora nel fine settimana. Ma qualcuno a gironzolare fino alle sponde del fiume e lungo i canyon l'hanno visto. E questo nonostante fosse stata emessa una nuova allerta meteo dalla Protezione Civile calabrese: un'allerta gialla anche per il parco del Pollino, proprio come nel giorno della tragedia. Non solo. Questa benedetta ordinanza, che regolerebbe l'accesso alle Gole e al fiume (vietando l'accesso ai minori di dieci anni) era stato firmata e approvata l'8 febbraio. Carta straccia.
Per far luce sull'accaduto ci vorrà tempo. Difficile trovare un vero responsabile, se è vero che i turisti affollano il Parco in divisa da spiaggia e con bambini al seguito. E difficile se i (pochi) cartelli affissi all'entrata del Parco vengono regolarmente ignorati. Ma il tragico bilancio poteva essere peggiore se si pensa che, al momento dell'esondazione, due gruppi di escursionisti, 36 persone in totale, visitavano la zona ignari del pericolo cui andavano incontro. Nel frattempo sul luogo delle tragedia c'è stato il sopralluogo del capo della protezione Civile Angelo Borrelli. «La zona è tutt'ora pericolosa - ha ricordato - nelle prossime ore c'è l'ipotesi di nuove esondazioni. In questo senso la Calabria è particolarmente predisposta. Bisognerà che la gente capisca che è meglio starsene a casa in questi giorni di allerta gialla». Borrelli che insiste sulle allerte meteo. «Ce n'era una, gialla, diramata dalla Protezione Civile; significa che in situazioni di questo tipo si possono avere esondazioni di corsi d'acqua, rapido innalzamento dei fiumi, smottamenti e frane che possono comportare anche la perdita di vite umane». Un'altra tragedia evitabile. «In altre parti del mondo esistono sistemi automatici di allertamento meteo. Dobbiamo prendere spunto per introdurre anche noi questo sistema in Italia. Dobbiamo fare in modo che si accresca da parte dei cittadini la conoscenza del rischio e la cultura dell'auto-protezione e che si migliori anche l'organizzazione della macchina statale e regionale della gestione del territorio per evitare che in situazioni di questo tipo ci sia un'esposizione al rischio».
Il capo della Protezione Civile è poi andato a Civita per incontrare i feriti e i soccorritori del Pollino. Una comunità che faticosamente cerca di tornare alla normalità. «Qualcosa di mai visto e immaginato - dicono in paese-. Era da vent'anni che non pioveva così. Siamo preoccupati per l'autunno che verrà». Infatti. Come detto, i rischi rimangono sempre attuali. Proprio per questo erano in molti a ipotizzare già ieri la chiusura del Parco. Al momento non se ne parla.
Ieri il prefetto di Cosenza Paola Galeone è stato chiaro: «Se non ci sono provvedimenti della magistratura, e al momento non mi risulta ce ne siano, penso che l'accesso dei turisti nelle Gole del Raganello continuerà. Al momento ritengo ci siano le stesse condizioni di prima». Speriamo bene.
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