Obama fa contento Castro: cubani espulsi "come gli altri"

«Il passato è passato», cancellata la norma che concedeva asilo a chi sbarcava sul litorale americano

Obama fa contento Castro: cubani espulsi "come gli altri"

New York - Barack Obama mette il sigillo al processo di normalizzazione dei rapporti tra Stati Uniti e Cuba con un ultimo provvedimento, a pochi giorni dal suo addio alla Casa Bianca. E si tratta di una misura che segna la fine di un'epoca, poiché da oggi gli immigrati dell'isola caraibica saranno trattati come tutti gli altri. Il presidente uscente ha infatti annunciato la revoca, con effetto immediato, di una regola che consentiva ai cubani che toccavano il suolo americano il riconoscimento della residenza legale nel Paese, ottenendo i documenti che legalizzavano il loro status dopo un anno. D'ora in poi invece, se arriveranno illegalmente dovranno tornare indietro.

«Con effetto immediato, i cittadini cubani che tentano di entrare illegalmente negli Stati Uniti e non sono qualificabili per un trattamento di natura umanitaria verranno espulsi, coerentemente con il diritto americano - ha affermato Obama in un comunicato -. Con questo passo, tratteremo gli immigrati cubani allo stesso modo in cui trattiamo quelli provenienti da altre Nazioni». A lungo il governo dell'Avana ha chiesto la cancellazione della pratica, e il Commander in Chief Usa ha presentato l'inaspettata mossa come un altro «passo importante verso la normalizzazione del rapporto tra i due Paesi» nell'ambito del processo avviato due anni fa per porre fine a cinquant'anni di ostilità. La norma, nota come wet foot, dry foot, era stata introdotta dall'ex presidente Bill Clinton nel 1995, ed era quindi in vigore da oltre due decenni. Inizialmente è stata un modo con il quale gli Usa hanno cercato di indebolire il regime di Fidel Castro, accogliendo decine di migliaia di cubani che fuggivano dall'isola. Negli ultimi anni, tuttavia, era diventata una calamita per i rifugiati economici, spingendo molti cubani a intraprendere un pericoloso viaggio verso l'America con l'obiettivo di godere di uno status privilegiato rispetto agli individui provenienti da qualsiasi altro Paese.

La decisione dell'amministrazione Obama si concretizza attraverso un nuovo regolamento del Dipartimento di Sicurezza Interna e un accordo con il governo cubano, che aveva chiesto la revoca del wet foot, dry foot nell'ambito dei negoziati con Washington per il disgelo. Da parte sua, l'Avana ha concordato il rimpatrio dei suoi cittadini soggetti ad espulsione dagli Usa, così come accade per coloro che vengono respinti via mare. Si tratta di una regola appartenente ad «un'altra era», ha sottolineato Obama. «Abbiamo deciso che il passato è passato, e il futuro sarà diverso», ha commentato invece Jeh Johnson, segretario per la Sicurezza Nazionale. «È l'abrogazione di una politica unica verso Cuba determinata dalla natura del rapporto che c'era vent'anni fa - ha aggiunto - molto diverso rispetto a quello odierno».

Secondo diversi osservatori l'annuncio rappresenta l'estremo tentativo di Obama di porre la sua firma sulla storica svolta nelle relazioni tra Washington e l'Avana. Politica che il suo successore Donald Trump ha attaccato fortemente durante la campagna elettorale, pur senza fornire reali proposte alternative. Tra i detrattori c'è poi il sindaco di Miami, l'esule cubano Tomas Pedro Regalado, che ha affermato: «Questo è solo il regalo di addio di Obama a Castro». E il primo cittadino della città della Florida non è l'unico a pensare che la mossa finirà per premiare i dittatori, ignorando le loro violazioni dei diritti umani.

«Questa decisione servirà solo a stringere il cappio che il regime di Castro continua ad avere intorno al collo del suo stesso popolo - ha sottolineato il senatore democratico del New Jersey Robert Menendez - l'amministrazione uscente cerca di portare avanti l'impegno con il regime ignorando l'attuale stato di oppressione, e la sistematica limitazione della libertà a Cuba».

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