Gli americani sono molto frustrati. Lo annuncia il New York Times mettendo in luce (ombra) un altro fallimento della politica di Obama in Medio Oriente. La frustrazione consiste nel fatto che gli aerei statunitensi vanno su Irak e Siria picchiando in modo pesante, e quelli dell'Isis non soltanto se ne infischiano, ma riparano i danni in poche ore per tornare a pompare il petrolio con cui si finanziano, al ritmo di mezzo miliardo di dollari l'anno. Gli americani di oggi hanno abbandonato qualsiasi politica militare basata sull'intelligence, l'analisi e l'infiltrazione. Mandano l'Air Force con i suoi bombardieri B-1 e filmano con la telecamera. I giornali mostrano il filmato dei bersagli inquadrati e polverizzati con un missile. Sembrano vittorie schiaccianti e invece, a quanto pare, valgono meno di niente. Non si sa quali siano i risultati che per suo conto raggiunge la Russia, ma è incredibile e quasi commovente il candore con cui l'amministrazione americana ammette di far lavorare a vuoto i suoi aerei perché l'Isis sa come infischiarsene e riparare i pozzi nel giro di un paio di giorni. Che fare allora? La decisione lascia perplessi: bombardare ancora di più, in modo più pesante e non concedere tempo per riparare i danni.
Non è una grande strategia, se possiamo permetterci, ma ai tempi di Barack «tentenna» Obama le cose vanno così. Intanto a Cuba il regime ha arrestato più di duecento oppositori per festeggiare la normalizzazione diplomatica con gli Stati Uniti e col mondo intero.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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