Occidente "freddo" sugli aiuti. "Meno finanziamenti e armi. E consegne in grande ritardo"

Meno titoli in prima pagina con le notizie dal Donbass, a meno che non ci sia un bombardamento russo su strutture civili ucraine

Occidente "freddo" sugli aiuti. "Meno finanziamenti e armi. E consegne in grande ritardo"

Meno titoli in prima pagina con le notizie dal Donbass, a meno che non ci sia un bombardamento russo su strutture civili ucraine, e meno servizi sugli interventi del presidente Volodymyr Zelensky davanti a un Parlamento straniero o a un consesso internazionale. A metà del quarto mese di guerra russo-ucraina anche questo conflitto, per quanto vicino a noi europei, sta scivolando verso la normalità. A registrare un mutato atteggiamento di chi guarda a Kiev non sono solo i giornali ma anche i governi: lo segnala il Kiel Institute for the World Economy, (IfW) un centro di ricerca economica e think-tank tedesco. L'IfW ha dato vita allo Ukraine Support Tracker, un osservatorio che misura tipi e volumi di sostegno fornito all'ex Repubblica sovietica da parte di 40 Paesi (fra i quali quelli del G7 ma anche Australia, Corea del Sud, Turchia, Norvegia, Nuova Zelanda, Svizzera, Cina, Taiwan e India).

Il team di studiosi con base a Kiel ha osservato che oggi il sostegno finanziario e militare fornito dalla comunità internazionale all'Ucraina è inferiore a quello necessario per stabilizzare la situazione nel Paese. Inoltre, il sostegno è fornito in maniera discontinua e parcellizzata, il che rende praticamente impossibile gli esercizi di pianificazione da parte del governo ucraino. Peggio ancora, scrivono ancora gli esperti dell'IfW, dall'analisi degli ultimi dati elaborati dall'osservatorio si vede che la dinamica dei nuovi impegni sta diminuendo, con l'aggravante che le armi o gli aiuti finanziari continuano a essere forniti solo dopo un lungo ritardo. Un'osservazione in cui si può leggere una nota critica al governo del cancelliere tedesco, il socialdemocratico Olaf Scholz, accusato per settimane dai suoi stessi alleati di governo verdi e liberali di essere troppo prudente nella concessione di aiuti militari. È stato proprio il gabinetto Scholz a escogitare gli aiuti militari «ad anello»: mentre il sostegno finanziario o umanitario è erogato direttamente da Berlino a Kiev, quando si tratta di fornire dei carri armati, i tedeschi cedono i panzer ad altri Paesi che, a loro volta, forniscono carri armati propri all'Ucraina acquisendo invece quelli tedeschi.

«Lo slancio verso l'Ucraina sta rallentando», denuncia l'IfW. «Nel periodo in esame (dall'8 giugno al 1° luglio), sono stati registrati pochi nuovi impegni e meno consistenti». Di rilievo solo quello del Regno Unito: assistenza militare per 1,5 miliardi di euro. Ma la frenata è evidente: «Oggi registriamo impegni totali per 80,7 miliardi di euro, solo il 3% in più dall'ultimo aggiornamento». Colpisce poi «il grande divario tra il sostegno promesso e quello fornito». Il capo dell'osservatorio, Christoph Trebesch, ha ricordato che per replicare all'artiglieria pesante russa, l'Ucraina ha bisogno di lanciarazzi multipli e obici. «Sia le armi consegnate che quelle promesse sono ben al di sotto delle esigenze formulate dall'Ucraina mentre scorte della Russia sono molto più elevate». Trebesch ha anche osservato come le conferenze dei donatori internazionali si concentrino sempre più sui programmi di ricostruzione, mentre oggi l'Ucraina «ha bisogni più urgenti».

E poiché osservare non basta, dagli esperti di Kiel arriva anche una proposta pratica. «L'Occidente, e l'Ue istituiscano un ufficio centrale di pianificazione per l'assistenza all'Ucraina, in modo che i rispettivi impegni siano coordinati e possano essere pianificati dal governo di Kiev».

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