Oggi il decreto liquidità. Aiuti alle imprese: rissa tra grillini e dem
6 Aprile 2020 - 17:00Il governo si spacca sul ruolo di Sace, che il Pd vorrebbe togliere alla Cdp per darla al Tesoro
Il Pd vuole sfilare la Sace (la società specializzata nel sostegno alle imprese italiane controllata da Cassa Depositi e Prestiti) ai grillini. Il decreto liquidità apre un'altra partita (tutta politica) all'interno della maggioranza. Da un lato, il ministro degli Esteri Luigi di Maio e i Cinque stelle, dall'altro il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri e il Pd.
Per evitare che lo scontro degeneri nell'ennesimo strappo, ieri mattina il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha convocato un vertice urgente a tre. Il portone di Palazzo Chigi si è aperto poco dopo le 11: al tavolo oltre capo del governo, il ministro delle Finanze Gualtieri e l'amministratore di Cassa Depositi e Prestiti Fabrizio Palermo, considerato vicino ai grillini. C'è un nodo da sciogliere: chi gestirà i fondi (un flusso di circa 200 miliardi di euro) che lo Stato metterà a garanzia dei crediti erogati dalle banche alle imprese? Già nella serata di sabato si è svolto un altro incontro al quale ha partecipato anche il ministro Di Maio. Ma senza arrivare a un'intesa.
Il piano (sul modello francese) ipotizzato dal ministro Gualtieri prevede che spetti a Sace il controllo dei soldi per le garanzie agli istituti di credito. Ma ciò comporterebbe lo scorporo di Sace da Cassa Depositi e Prestiti con il passaggio sotto il controllo del ministero dell'Economia. Un blitz in piena regola, che sottrarrebbe a Cdp uno dei polmoni finanziari. E' su questo punto che la trattativa si blocca. C'è il veto dei Cinque stelle: «Il rischio è di snaturare Cdp», spiega una fonte del Movimento. Al netto dei dubbi di natura tecnica, Di Maio e la truppa grillina hanno alzato un muro contro il depotenziamento di Cassa Depositi e Prestiti. I grillini vogliono difendere il proprio fortino contro l'assalto dei dem: on è un mistero che la nomina di Palermo (ad di Cdp) sia stata caldeggiata dal M5S.
Un punto su cui sembra difficile trovare una mediazione. E il rischio di arrivare a una soluzione pasticciata è altissimo. Dal vertice trapela (come al solito) ottimismo: «Tutti insieme compatti si sta cercando di trovare la soluzione migliore. È il momento di dare un segnale chiaro al Paese e di puntare sulla ripartenza», spiegano fonti di governo.
La posta in gioco è altissima: 10 miliardi (per un effetto leva da 200 miliardi di prestiti garantiti). Il meccanismo è semplice: l'impresa va dalla banca, che eroga il prestito. Se non riesce a restituirlo allora subentra la garanzia dello Stato. Sace o Cdp? Il ministro Gualtieri insiste sulla prima opzione, per rendere più fluida la distribuzione della liquidità alle imprese grazie alla rete con le banche che è già in capo a Sace. I Cinque Stelle resistono.
Sciolto il secondo nodo: la percentuale delle garanzie sui prestiti. Si sarebbe deciso di assicurare una copertura (da parte dello Stato) al 100% sui prestiti erogati dalle banche alle imprese. Altre misure entreranno nel decreto liquidità: stop agli adempimenti fiscali, prestiti fino a 25mila euro per piccole imprese e professionisti, uno scudo antiscalate per difendere le imprese italiane in settori strategici e rinvio in autunno delle elezioni. Il governo punta a sospendere i pagamenti di Iva, ritenute e contributi per i due mesi. Nello stop rientreranno anche quelli di agenzia Entrate-Riscossione a partire dai pignoramenti presso terzi.
Altro punto centrale sarà il rafforzamento del golden power: in via transitoria per un anno sarà esteso lo scudo anti acquisizioni straniere all'approvvigionamento alimentare e alle infrastrutture o tecnologie critiche in materia di salute. Per il resto, il decreto liquidità è ormai pronto.
Oggi il via libera.