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Oggi il primo sì all'autonomia. Scontro sui servizi essenziali

In Consiglio dei ministri il progetto simbolo della Lega. Il Sud: "Diritti certi". Calderoli: "Disparità ci sono ora"

Oggi il primo sì all'autonomia. Scontro sui servizi essenziali

Arriva oggi in Consiglio dei ministri la battaglia simbolo della Lega. Sotto il tiro delle opposizioni e con il plauso dei governatori leghisti scatta il via libera preliminare al ddl sull'autonomia differenziata proposto dal ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli. Dieci articoli per delineare la cornice entro cui le Regioni potranno in futuro chiedere allo Stato il trasferimento di maggiori competenze. Il ddl dovrà ottenere il parere della Conferenza Stato-Regioni, per poi tornare in Cdm per l'approvazione definitiva e passare dunque alle Camere.

L'obiettivo è «semplificare le procedure, accelerare e sburocratizzare» i procedimenti, per una distribuzione delle competenze alle Regioni in base ai principi di «sussidiarietà e differenziazione». Il vicepremier Matteo Salvini non teme un depotenziamento della bozza di riforma: «Serve il primo passaggio in Cdm che è fondamentale. Poi il Parlamento dovrà dire la sua e dovranno essere stabiliti i Livelli essenziali di prestazione. Quindi, come detto dal ministro Calderoli, il 2023 è l'anno durante il quale tutti porteranno contributi, idee, suggerimenti, miglioramenti e poi si chiuderà la partita». Autonomia «significa modernità, efficienza, futuro. Quindi, sono assolutamente felice, soddisfatto e orgoglioso di quello che tutti insieme stiamo facendo».

Il nodo sta nella definizione nei cosiddetti Lep. I livelli essenziali di prestazioni, cioè gli uguali diritti ai servizi per i cittadini. Le regioni del Sud chiedevano garanzie e di definirli prima di procedere. L'esecutivo avrà tempo 12 mesi per determinare i livelli che dovranno essere rispettati dalle Regioni nella gestione delle loro competenze su salute, scuola, ambiente e beni culturali. Nella bozza si legge che «l'attribuzione di funzioni da parte dello Stato» alle Regioni è «subordinata alla determinazione dei Lep, che garantiscano i diritti civili e sociali su tutto il territorio nazionale. Tali livelli indicano la soglia costituzionalmente necessaria e costituiscono il nucleo invalicabile per rendere effettivi tali diritti e per erogare le prestazioni sociali di natura fondamentale. Devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale e i relativi costi e fabbisogni standard, sono determinati con uno o più decreti del presidente del Consiglio».

Quella di oggi è «una giornata fondamentale» secondo il governatore del Veneto Luca Zaia: «Rischia di essere il primo giorno di scuola: è vero che inizi con la prima elementare e ti insegneranno l'alfabeto, ma arriverà un giorno in cui sarai laureato, magari anche con il Master, e forse diventerai anche un docente universitario. Insomma, avrai delle posizioni apicali. E questa è la storia dell'autonomia». Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia, crede che «si debba iniziare gradualmente. Da un punto di vista legislativo il processo può concludersi entro fine anno» e dall'inizio del 2024 «si potrà iniziare il trasferimento di qualche materia che non abbia i Lep. È una grande scommessa anche per il Sud». Protestano le opposizioni, attacca la Cgil: «Un'idea folle che va fermata», attacca Maurizio Landini. Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi avverte: «Non deve essere un tema di divisione del Paese. Non possiamo permettercelo: questo Paese non si può dividere: ha problemi urgenti da affrontare».

Chiude ancora una volta le polemiche Calderoli: «L'esistenza di cittadini di serie A e B e promozione è una realtà a cui siamo di fronte e non solo la logica sud e nord ma ci sono aree marginali, montagne, piccole isole. Le difformità sono figlie di un centralismo che c'è ora».

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