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Oggi il ricorso di Fontana. Moratti: "Dateci 48 ore"

Il governatore lombardo impugna al Tar l'ordinanza ministeriale. E l'assessore chiede una sospensione

Oggi il ricorso di Fontana. Moratti: "Dateci 48 ore"

Una sospensione lampo. Questa la speranza coltivata e sollecitata da Palazzo Lombardia, che oggi presenterà ricorso contro l'ordinanza ministeriale istitutiva della zona rossa scattata ieri. Obiettivo: farla decadere immediatamente.

La neo vicepresidente della Regione, Letizia Moratti, ieri ha chiesto al ministro della Salute Roberto Speranza di sospendere per 48 ore l'ordinanza in attesa di un aggiornamento dei dati, che ora configurerebbero per la Lombardia «un livello di rischio attuale tutt'altro che da zona rossa». «La revisione sollecitata per martedì sulla base di questi dati - ha spiegato Moratti - potrà essere molto più puntuale e oggettiva e dimostrare il minor grado di rischio di Regione Lombardia. Si tratta di una sospensiva di 48 ore che sono certa troverà poi una conferma definitiva per l'intera Regione a seguito del ricalcolo aggiornato degli indici che alla data del 16 gennaio a Regione Lombardia risulterebbe di 1,01 in decremento dall'1,17 di domenica 10 gennaio».

Il provvedimento che ha reintrodotto le restrizioni massime, firmato venerdì sera dal ministro ha suscitato subito proteste e reazioni negative su due fronti, quello economico e quello istituzionale: in Regione sono fondatamente convinti che il ministero, coi suoi organismi tecnici, abbia utilizzato dati vecchi (di due settimane e oltre) per bloccare una regione, la Lombardia, che ora non si trova in «acque peggiori» di altre dal punto di vista sanitario. La zona rossa, quindi, non sarebbe solo un colpo durissimo, forse letale, per tanti comparti dell'economia più produttiva d'Italia, sarebbe anche un colpo ingiusto, e per qualcuno (nella Lega) dettato da ragioni di tipo politico.

In ogni caso, la «fotografia» scattata al ministero sarebbe superata, mentre di recente gli indicatori lombardi sono migliorati e migliori che in altre regioni. In particolare proprio l'Rt, che misura la contagiosità, sarebbe stato «fotografato» addirittura 17 giorni fa. «L'Rt - ha detto sabato sera il governatore Attilio Fontana - è un valore che è stato dimostrato essere estremamente ballerino e soprattutto è un valore che si riferisce a tempi lontani. Tenente conto che per inserire la regione Lombardia in zona rossa si e fatto riferimento a valori relativi alla settimana dal 23 al 30 di dicembre». Inoltre la valutazione ministeriale avrebbe ignorato l'incidenza settimanale (e la Lombardia ha un dato inferiore alla media nazionale, di molto inferiore a quello di Veneto, Emilia Romagna, e inferiore anche a quello del Lazio e al Friuli Venezia-Giulia). Infine sarebbe stata sottostimata la capacità di attivazione di letti di terapia intensiva (1.200 posti invece dei reali 1.800).

Sentito per prassi dal ministero, venerdì il governatore aveva formalizzato il suo parere negativo in una lettera, contenente queste contestazioni puntuali che nelle ore successive sono diventate il cuore dell'impugnazione che stamani sarà depositata davanti al Tar del Lazio con una richiesta di misura cautelare urgente. Il meccanismo è consolidato nella giustizia amministrativa. Il verdetto di merito infatti ha tempi che non sono compatibili con la vicenda in corso: in questo caso arriverebbe sicuramente dopo le due settimane di durata minima prevista della zona rossa. La Regione, quindi, punta a fare in modo che il presidente del tribunale amministrativo si esprima prima, in via cautelare, sospendendo gli effetti di un atto (l'ordinanza) considerato infondato e dannoso.

Nel frattempo la vicepresidente Moratti, aveva già preso anche un'iniziativa di natura politica, invitando pubblicamente il ministro a sospendere lui stesso un'ordinanza, quindi senza aspettare il Tar.

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