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Ok della Lega al "cinque + uno". Si tratta ancora su Sviluppo, Riforme e Guardasigilli

Salvini avrebbe già in tasca cinque dicasteri e Giorgetti "fuori quota" all'Economia. Tra i nodi da sciogliere anche Salute e Istruzione

Ok della Lega al "cinque + uno". Si tratta ancora su Sviluppo, Riforme e Guardasigilli

Dopo il fuoco, ecco il silenzio. Nel centrodestra quella di ieri è stata «una giornata di decompressione».

Gli sherpa sono al lavoro per ricucire lo strappo tra Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi. Trapela dagli staff un «cauto ottimismo». Si va verso la chiusura del puzzle sulla squadra dei ministri a inizio della prossima settimana. Nella giornata di mercoledì le Camere si riuniranno per eleggere l'ufficio di presidenza: altro passaggio decisivo per testare la tenuta della coalizione di centrodestra. Il fronte caldo resta quello tra Fratelli d'Italia e Forza Italia. La Lega ha praticamente in tasca l'intesa con Meloni: cinque ministri più il fuori-quota Giancarlo Giorgetti all'Economia. Il Carroccio avrebbe ipotecato le caselle di Interno, Agricoltura, Affari regionali e Riforme, Infrastrutture e Trasporti e Famiglia. I nomi sono Roberto Calderoli (Affari regionali o riforme), Matteo Salvini (Agricoltura o Infrastrutture), Nicola Molteni (Interno o Agricoltura), Gian Marco Centinaio (Agricoltura o Turismo). La Lega spera di strappare anche la guida del ministero della Famiglia per l'europarlamentare Simona Baldassarre. Per la stessa poltrona salgono le quotazioni della meloniana Isabella Rauti. Sembra tramontata l'ipotesi dei due vicepremier. Mentre per l'incarico di sottosegretario alla presidenza del Consiglio la partita dovrebbe essere chiusa in favore di Giovanbattista Fazzolari.

In Forza Italia si ragiona su uno schema nuovo per trovare la quadra. Antonio Tajani appare saldo agli Esteri, anche se in teoria potrebbe essere dirottato allo Sviluppo economico o alla Giustizia, due caselle che interessano al presidente Silvio Berlusconi. Sono ragionamenti in corso tra gli sherpa meloniani e azzurri. Per ora la poltrona di Guardasigilli dovrebbe andare a Carlo Nordio o Elisabetta Casellati. L'ex presidente del Senato potrebbe essere dislocata verso la Pubblica amministrazione o le Riforme. Claudio Barachini è in pole per guidare il ministero della Cultura più la delega all'Editoria. Anna Maria Bernini al momento dovrebbe andare al ministero dell'Istruzione. Ma potrebbe riacciuffare un ministero di fascia A in un rimescolamento di deleghe. Nelle ultime ore scendono le quotazioni di Maurizio Lupi per il ministero dei Rapporti con il Parlamento: il centrista è in corsa per il ministero dell'Università. Per la delega dei Rapporti con il Parlamento la premier in pectore vuole un esponente di Fratelli d'Italia: si fa il nome di Edmondo Cirielli che però è in corsa anche per il ministero del Sud. La pattuglia meloniana è quasi chiusa: Adolfo Urso (Difesa), Fabio Rampelli (Transizione ecologica o Istruzione), Raffaele Fitto (Affari europei), Giovanbattista Fazzolari (sottosegretario alla Presidenza del consiglio), Guido Crosetto (Sviluppo economico).

Per la poltrone del ministero della Salute c'è sul tavolo l'opzione Guido Bertolaso. Ma in quota tecnica. Così come tecnico sarà il titolare del Lavoro: il nome è quello di Marina Calderone. Il jolly è Letizia Moratti che potrebbe andare all'Università ma anche alla Salute.

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