«Le nostre confessioni facevano parte di una strategia difensiva che non ha funzionato. Ma io e mia moglie siamo innocenti. Speriamo che in Italia ci sia un giudice onesto». È un Olindo Romano sorridente e impacciato a parlare alla Iena Antonino Monteleone ieri sera durante la sesta puntata della trasmissione di Italia Uno che ha rilanciato i dubbi sull'inchiesta e sul processo che ha portato alla condanna all'ergastolo per Olindo e la moglie Rosa Bazzi, colpevoli secondo 26 giudici di aver ucciso Raffaella Castagna e suo figlio di due anni Youssef Marzouk, Paola Galli la nonna del bambino, e Valeria Cherubini, la vicina del piano di sopra, e di aver ferito mortalmente il marito della Cherubini, Mario Frigerio, che a processo riconoscerà la coppia come autori della mattanza che l'11 dicembre 2006 in via Diaz sconvolse per sempre la tranquillità e la fama di Erba. Per la legge e l'opinione pubblica sono stati riconosciuti da un testimone («Ma io con Frigerio non ce l'ho mai avuta, lo hanno manipolato e girato come una patata», dice Olindo), incastrati da una traccia di sangue trovata sull'auto e inchiodati da una confessione. Prove che la trasmissione ha smontato, una a una, basandosi su riscontri di periti, documenti in parte già usciti come sul Giornale nei mesi precedenti e successivi alle fasi del processo e da testimonianze inedite.
Ieri il colpo di scena finale: chi si aspettava un Olindo pentito, rancoroso, cinico, è rimasto deluso. Ma le sue accuse contro l'ex legale, i pm e i carabinieri sono pesanti. Si parte dalle confessioni, arrivate, dice Monteleone, «dopo due giorni di isolamento, l'ergastolo prospettato come una certezza, la promessa di benefici di pena in caso di confessione e l'ingenua speranza di Olindo di poter ottenere una cella matrimoniale». «I carabinieri ci hanno detto che eravamo messi male, se non confessi non vedi più tua moglie... anche quello ha influito racconta Olindo Romano - Hanno fatto leva sui nostri sentimenti, e lì è saltato tutto». E i dettagli che solo gli assassini potevano conoscere? «Quando abbiamo confessato i pm ci hanno mostrato delle foto, ce li hanno fatti vedere loro...», ammette candidamente «dove non riuscivamo ad arrivare ci correggevano un po' loro... e alcuni dettagli noi li abbiamo praticamente visti su un mucchio di fotografie sul tavolo».
Poi si passa al racconto sui rapporti con le vittime e sull'odio come movente. Olindo racconta le feste a casa Castagna-Marzouk fino «alle due, le tre di mattina... io mi dovevo svegliare alle cinque...» e delle liti continue «ma dalla Raffaella siamo saliti anche a prendere il caffè!», racconta. Senza dirsi stupito che Azouz Marzouk, il tunisino espulso per spaccio di droga che nella strage ha perso moglie e figlio, lo consideri innocente: «Io penso che lo abbia sempre pensato. Non l'ha mai detto prima perché era nei casini». Chi sono i veri assassini? Gli chiede Monteleone. «Sicuramente professionisti, se non han lasciato in giro niente. Sto pagando al posto loro. Ma quando vieni accusato ingiustamente ti guardi bene da puntare il dito contro qualcuno se non sei più che certo».
Un po' di freddezza la riserva solo nei confronti di Carlo Castagna («Come ha fatto a perdonarci? Non saprei...»). E sul video in cui Rosa Bazzi racconta la mattanza in maniera delirante e poi denuncia di essere stata stuprata da Azouz rivela: «Da quello che so io, questa denuncia qui, è stata suggerita dall'avvocato (Pietro Troiano, nominato d'ufficio, ndr) che avevamo, perché aveva quella sua strategia lì. Ci aveva detto di esser convincenti». Ma secondo Olindo chi ascoltava la confessione (il perito della difesa Massimo Picozzi, ndr) avrebbe dovuto capire che erano tutte balle («Essendo un professore riuscirà a capire che c'è qualcosa che non va. Invece no...»).
Una strategia difensiva che, se fosse vera, si è dimostrata catastrofica. Ma Romano non ce l'ha con il suo ex legale: «Ha sbagliato, però è stato travolto anche lui eh. Noi non eravamo all'altezza della situazione per dire, no? Ma lui era messo come noi».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.