Oltre 400 migranti dispersi Il governo fa finta di niente

Non si ferma il flusso: 4mila in un giorno I testimoni: «Giovedì centinaia di vittime» E i centri accoglienza sono già al collasso

Valentina Raffa

Tra incessanti soccorsi di profughi, continui arrivi nei nostri porti, controlli in banchina e posti di accoglienza da reperire, la situazione è al collasso. E non siamo che all'inizio della bella stagione che incentiva le partenze, complice la certezza diffusa tra gli immigrati che i soccorsi arriveranno fin sotto costa libica. Così partono a batteria barconi fatiscenti e gommoni di scarsa resistenza, stracarichi di gente. E aumentano, dunque, anche le probabilità di naufragi. Tre in tre giorni. Tra corpi galleggianti che sono stati recuperati e altri, almeno un centinaio, a listare ancora una volta il Mediterraneo a lutto, facendosi posto su un fondale di morte.

Dal barcone affondato venerdì sono stati tratti in salvo 135 passeggeri, diretti ora al porto di Corigliano Calabro. Sulla nave anche i 45 corpi recuperati in mare. Per il naufragio di giovedì, anche in base alle testimonianze degli scampati, si pensa a centinaia di dispersi, forse quattrocento. E in molti, mercoledì, sono rimasti intrappolati nella stiva del barcone, altri sono stati tirati giù in mare dai mulinelli creatisi mentre il natante affondava sbilanciato su di una fiancata. 5 i corpi recuperati, 562 gli immigrati salvati. Gli arrivi sono a migliaia. I porti di Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna sono stati presi d'assalto. A Taranto sono arrivati 706 immigrati e 15 salme. A Vibo Marina (Calabria) 217. Sono in viaggio per Porto Torres (Sassari) 600 migranti. Solo in Sicilia ieri ne sono arrivati circa 4mila: 895 a Catania, dove le operazioni di sbarco sono state difficoltose per via della tensione tra i migranti che pressavano per scendere dalla nave, ad Augusta ne sono arrivati 800, a Messina 382, a Porto Empedocle 526 e un cadavere, 160 a Lampedusa, 414 a Trapani, 699 a Pozzallo, tra cui tanti bambini disidratati. Per 47 dei piccoli è stato necessario il ricovero negli ospedali di Modica, Ragusa e Vittoria. A Pozzallo i casi di scabbia sono un centinaio. Non è una malattia pericolosa ma contagia. «Gli immigrati dice un operatore sanitario sono accompagnati nei pronto soccorso dove stanno fianco a fianco ai cittadini che attendono il proprio turno».

Per il Papa «i migranti non sono un pericolo ma sono in pericolo». Peccato che in Vaticano non ne ospiti se non, quale eccezione, una o due famiglie. E dire che di spazio non ne manca. E va tutto bene anche per il premier Matteo Renzi e per il ministro dell'Interno Angelino Alfano, che si ostinano a negare l'emergenza. Anzi Alfano parla di allineamento tra i dati del 2016 e 2015. Così, mentre gli apparati d'accoglienza sono in ginocchio, dal governo si pensa senza scoramento alla soglia di 230mila profughi che vanno ospitati secondo la bozza delle nuove regole del trattato di Dublino.

E a giustificazione di una politica dell'accoglienza di fatto non disciplinata perché è risaputo che l'Italia accoglie tutti e se li deve tenere pure secondo il trattato di Dublino Alfano critica chi chiede un diverso approccio all'immigrazione, ritenendo che morirebbero più persone, senza calcolare però che forse, venendo meno ai migranti la certezza che saranno soccorsi a poche miglia dalla costa di partenza, questi non partirebbero. Oltre ad Alfano c'è pure il ministro per le Riforme costituzionali, Maria Elena Boschi, a puntare il dito contro l'Ue.

È vero che l'Ue ha trattato con distacco il fenomeno per usare un eufemismo, ma c'è che i due ministri sciorinano correttamente che si tratta di un problema da affrontare a livello europeo, salvo poi non riuscire a farsi ascoltare.

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