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Oltre 500 poltrone da spartire: la mensa giallorossa si allarga?

Da qui a primavera scadono 550 incarichi nelle partecipate. E i posti vacanti potrebbero diventare carta di scambio per compattare la maggioranza in bilico. Ecco il piatto ricco delle aziende di Stato

Oltre 500 poltrone da spartire: la mensa giallorossa si allarga?

Dalla società informatica Sogei alla potente Cassa depositi e prestiti. Da qui a primavera inoltrata, nelle società pubbliche si libereranno più di 550 poltrone, tra nomine già scadute o che termineranno il mandato con l’approvazione dei bilanci 2020. Insomma, il piatto delle agenzie di Stato è piuttosto ricco. E può far gola a molti. Ma con gli equilibri di governo infranti dallo strappo di Renzi, la spartizione dei posti della mensa giallorossa potrebbe diventare il collante di una nuova maggioranza “raccogliticcia”.

I conti li ha fatti il centro studi Comar. Tra consigli d’amministrazione e collegi sindacali già scaduti da mesi, ci sono più di 360 incarichi da spartire nelle più importanti controllate dirette dal ministero dell’Economia. A questi si aggiungono altri 190 posti nei cda che saranno vacanti in primavera, archiviata l’approvazione del bilancio 2020. A partire dalla strategica Cassa depositi e prestiti. La banca di Stato finanziata con il risparmio postale italiano, con un consiglio di 14 membri e un patrimonio di 410 miliardi di euro da gestire, è quella che attira di più.

Mentre, la partita del rinnovo del consiglio di amministrazione e della poltrona di amministratore delegato di Ferrovie dello Stato si giocherà ad aprile ed è ancora tutta aperta. Gianfranco Battisti vorrebbe la riconferma, ma nei palazzi romani si fa il nome di Arrigo Giana, presidente di Agens (l’Agenzia confederale dei trasporti) e numero uno di Atm, l’azienda dei trasporti milanesi. Vicino a Nicola Zingaretti e all’attuale sindaco di Milano Giuseppe Sala, sembrerebbe avere le carte in regola per accaparrarsi la poltrona. E considerando che il Pd guida i due dicasteri chiave per Fs, Tesoro e Trasporti, potrebbe spuntarla.

In scadenza sono anche i cda della compagnia dell’estrazione petrolifera Saipem, dell’immobiliare pubblica Invimit, della società informatica Sogei e del Gse (Gestore servizi energetici). Poi, ci sono le controllate delle controllate del Mef, tra Enel, Poste e Leonardo, Invitalia e Sport e Salute. Se si considera solo Eni, tra le controllate ce ne sono in scadenza ben 70. Così, dopo lo scossone inflitto da Italia viva e la campagna d’acquisto di Conte per rimanere a galla, potrebbero esserci nuovi colpi di scena.

E alla mensa giallorossa potrebbe sedersi qualche nuovo invitato.

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