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Ombre sulla clinica dove è nata Nicole Già condannata per omicidio colposo

Non è la prima volta che la «Casa di cura Gibiino» di Catania, la clinica privata scelta da Tania e Andrea per far nascere Nicole, deceduta durante il trasporto all'ospedale di Ragusa dopo il rifiuto al ricovero di quattro ospedali, si trova al centro di un fuoco incrociato. Lo scorso novembre, infatti, il giudice monocratico del tribunale di Catania ha condannato per omicidio colposo a 8 mesi, pena sospesa, e al pagamento delle spese processuali, il ginecologo chirurgo operatore della clinica, la dottoressa Caterina Daniela Mirabella, per la morte, avvenuta nel 2008, della 26enne ragusana Giovanna Sammatrice, al suo primo parto. Il medico dovrà anche risarcire la parte civile, il marito di Giovanna, Ivano Ratti, e pagare una provvisionale di 50mila euro e le spese sostenute dal Ratti. Il coimputato, Angelo Albergo, direttore sanitario della clinica e chirurgo secondo operatore, è stato assolto per non avere commesso il fatto. Giovanna morì per insufficienza cardio- respiratoria conseguente a choc emorragico per coagulazione intravasale disseminata, con una serie di aggravanti. Il giudice ha ritenuto colposa la condotta del decorso post operatorio al taglio cesareo, ravvisando negligenza, imprudenza e imperizia nel ritardare la diagnosi e nel sottovalutare la gravità della situazione. Secondo i giudici furono fatte scelte terapeutiche incongrue e si ritardò il trasferimento della paziente in una struttura di emergenza. Nel caso di Nicole cos'è accaduto? Sarà l'autopsia ad accertare se la neonata si sarebbe salvata con un rapido ricovero. Anche da questo dipenderà l'individuazione di singole responsabilità degli almeno 13 indagati. «Avremmo dovuto fare una festa, invece sarà un funerale». Il nonno della piccola è distrutto. Tania, che è stata dimessa dalla clinica, e Andrea chiedono chiarezza e giustizia.

C'è il sospetto di un errore sanitario anche dietro la morte della piccola Rosa di 8 mesi a Napoli. Era stata dimessa dall'ospedale Santobono dove era stata curata per problemi respiratori. «Ci avevano detto che stava bene. Un solo giorno in più di ricovero e magari non sarebbe morta» – dice la zia –. I familiari hanno insistito perché la bambina rimanesse in ospedale, ma niente da fare. Rosa a casa ha continuato a peggiorare. Poi il massaggio cardiaco al Pronto soccorso; 45 minuti col fiato sospeso. Il cuoricino ha smesso di battere.

Un'altra tragedia si è consumata a Nuoro. Vittima è una bimba di 3 anni. La mamma si sarebbe gettata a mare con lei con e l'altro figlio di 5 anni. Il piccolo e la mamma sono stati tratti in salvo. La donna si trova nel reparto di Psichiatria dell'ospedale S. Francesco di Nuoro, accusata di omicidio colposo.

Per la piccola non c'è stato nulla da fare.

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