Ombrellone prenotato su app e spiagge a numero chiuso
24 Aprile 2020 - 06:00In attesa delle decisioni del governo, tutte le località di villeggiatura marine si preparano alle vacanze
Riaprire le spiagge nel segno di un'estate italiana. Niente strutture in plexiglass, né cupole. Ma distanziamento e sanificazione. Ci sono però differenze tra zona e zona, legate anche al rischio dei venti. In attesa del piano del governo, appeso al variabile ipse dixit del Comitato scientifico, la ripartenza è fai da te. Tra i primi Sì all'allestimento delle spiagge, quello della Regione Liguria, seguita da Toscana e Regione Abruzzo, che aprirà il litorale adriatico al turismo dal 1° giugno; anche le spiagge libere: «A pagare gli ombrelloni sarà la Regione», spiega l'assessore Mauro Febbo annunciando prenotazioni via app.
Vacanze al mare, quindi? Prudenza e ottimismo. Se sul litorale abruzzese l'app gratuita regolerà i limiti di capienza per evitare assembramenti - l'utente sceglierà data, orari e posizione comunicando quante persone usufruiranno dell'ombrellone - c'è il problema dei controlli sollevato dalla Liguria, dove si ipotizza che la stagione «potrà ripartire il 3 giugno». Poi quello del vento, «che veicola le goccioline», dice Roberto Tondinelli, presidente del consorzio di Marina di San Nicola sul litorale laziale. Bocciata l'idea dei box, ci si affida a buonsenso e delibere locali. Per esempio, l'idea in Salento del comune di Salve (Lecce) che già consente l'accesso alle spiagge di Torre Pali, Posto Vecchio, Lido Marini e Pescoluse a chi soffre di disturbi autistici, purché accompagnato. Si prova a convertire le restrizioni in opportunità. Rischioso? La Puglia s'aggrappa a una task force. C'è il via libera per Porto Cesareo, che ha trasformato la spiaggia in una scacchiera con spazi di 10 metri di sabbia delimitati da picchetti e corde; Pierluigi Lopalco, epidemiologo chiamato dalla Regione, è certo che non ci sia il rischio di diffusione del SarsCoV2 in mare o in piscina, ma bisognerà mantenere le distanze. «Un virus respiratorio non si trasmette per ingestione», dice.
Con la speranza che a stretto giro da Roma facciano sapere come salvare la stagione per turisti e operatori, anche la Sicilia ha autorizzato interventi su spiagge e lidi. Programmare è una necessità pure per Sardegna, Calabria e Campania, dove Vincenzo De Luca punta a serrare le spiagge libere pensando alla fine del lockdown con due criteri: monitoraggio dei contagi e limitazione degli assembramenti. Non c'è una data di apertura. Solo la probabile la riattivazione del turismo sul litorale da luglio e ipotesi spiagge a numero chiuso con vigili di guardia. In alcune aree del Cilento, invece, si immaginano 5 metri di distanza tra ogni postazione, un'app per accedere alle spiagge libere e agenti della municipale tra i lettini che useranno droni.
Ci si muove in ordine sparso. I lavori sono partiti solo grazie a ordinanze regionali. Meno aperitivi e meno ombrelloni in Emilia Romagna, ma «da giugno Riviera aperta», annuncia la sindaca di Riccione Renata Tosi. Il Lazio ha allargato le maglie della «rigenerazione» sul litorale, consentendo allestimento e manutenzione di strutture amovibili di arenili e campeggi, che garantiscono spazi esclusivi. Se a Gaeta ci saranno «sentinelle», anche a Sabaudia si ipotizza il «numero chiuso». Trieste ha lanciato l'idea di una tintarella a turni di 3-4 ore. Il Veneto studia invece un piano condiviso: servizi igienici presidiati e sanificati, pronto soccorso, cabine, divieto di stazionamento e prenotazioni on line sono alcuni dei 18 punti che le spiagge riunite in Unionmare propongono per riaprire «in sicurezza», da Jesolo e Bibione a Rosolina. Ipotesi giugno.
In attesa di vedere su carta la Fase 2, tutti o quasi pronti a seguire il cliente dall'arrivo al lido, alla biglietteria fino all'ombrellone.
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