Coronavirus

"Omicron 5 dominante ma sempre meno grave. I morti? Numeri irreali"

Lo scienziato: "L'infezione declinerà a fine mese. Ho molti dubbi sulle decine di decessi"

"Omicron 5 dominante ma sempre meno grave. I morti? Numeri irreali"

«Anche in Italia stiamo assistendo a un picco di Omicron che a fine giugno declinerà e a luglio scomparirà. In estate siamo agevolati, si vive all'aperto e i raggi ultravioletti hanno un effetto inibente sul virus. Questa stagione, a dispetto dei catastrofisti che vedono nero anche d'estate, ci sta proteggendo». Massimo Clementi, direttore dell'Istituto di Microbiologia e Virologia all'Ospedale San Raffaele di Milano, ha seguito l'evoluzione del Covid da Alfa a Delta, da Omicron a. Omicron.

Ormai professore siamo alla variante numero 5, ci darà problemi?

«Piano piano aumenterà la sua diffusione, e, come in un copione che abbiamo letto altre volte, diventerà dominante perché viene trasmessa meglio a causa di due mutazioni che ha nella proteina Spike».

Questo vuol dire che è ancora più contagiosa delle precedenti varianti?

«Si certamente. Del resto, Omicron cambia perché è l'unico modo per diffondersi. Ma, attenzione, il virus è sempre meno patogeno. Ormai siamo di fronte un'infezione banale che andrebbe derubricata a infezione endemica che ci colpisce come un raffreddore o una faringite».

Però la gente si reinfetta, ed è una seccatura.

«Ma non siamo di fronte ai picchi pandemici del passato, questa ondata è modesta e provoca sintomi lievi o spesso la gente è asintomatica. I numeri dei contagi sono contenuti. Questa piccola ondata sarà accompagnerà ad un piccolo picco, a breve scomparirà come sta avvenendo in molti paesi Ue e anche in America. Non comporta nessun problema di salute alla persona».

Però contiamo ancora decessi.

«Io ho molti dubbi che decine di casi di mortalità quotidiani siano legate al covid. Sono persone che muoiono negli ospedali per diverse patologie ma che vengono attribuite al covid perché risultano positive. È un dato imbarazzante ma la questione non è mai stata chiarita».

Quindi la diffusione dell'infezione non significa pericolo di nuove limitazioni?

«Il problema della diffusione dell'infezione non deve allarmarci perché non si associa a un incremento dei ricoveri o delle terapie intensive. Anzi, il rapporto si abbassa enormemente. Un aumento di infezioni con sintomatologia modesta ci preoccupa meno del morbillo».

Lei non teme una ripresa endemica in autunno?

«Dopo l'estate dovremo prendere provvedimenti per le classi di pazienti fragili, anziani con comorbilità. Ci saranno fasce di popolazione che dovranno essere vaccinate con il nuovo vaccino aggiornato, così come accade ogni anno per l'influenza».

Diremo addio agli hub?

«Non credo proprio si debba far partire una campagna vaccinale su larga scala. Il virus non torna indietro, sarà sempre meno patogeno».

Ma sarà necessario rispolverare le mascherine?

«Si è visto che il distanziamento conta relativamente poco e la mascherina sia utile in certi contesti. Io la userei sempre sui trasporti, quando ci sono assembramenti, anche al supermercato. Ma a scuola no, serve di più intervenire sul distanziamento ma soprattutto sul ricambio dell'aria».

E in estate va usata anche se non è più obbligatoria?

«La utilizzerei come gli occhiali da sole, si indossa quando serve. Ormai è uno strumento che è entrato nella nostra cultura. Lo giudico un mezzo di attenzione».

Spesso il tampone rilevi una positività che poi dura solo due o tre giorni. I test non sono più attendibili?

«Funzionano, ma la presenza del virus non vuol dire infezione attiva, capita di avere una breve replicazione da contatto, che dura poche decine di ore.

Poi l'immunità, soprattutto dei vaccinati, risponde, e si diventa negativi».

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