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Omofobia e sovranismo. Letta in crisi di nervi: cerca la lite continua

Il segretario Pd vede sfumare gli obiettivi: attacca Iv sul ddl Zan e Salvini su Orban

Omofobia e sovranismo. Letta in crisi di nervi: cerca la lite continua

Italia Viva rompe su Zan e Letta se la prende con Salvini e Meloni. Il segretario del Pd non ne becca una. Al Nazareno i nervi sono tesi. Il prossimo flop potrebbe andare in scena sull'approvazione del testo contro l'omotransfobia: Letta spinge ma rischia di restare con un pugno di mosche in mano. Matteo Renzi cambia le carte in tavola. Italia Viva, negli emendamenti presentati dal capogruppo al Senato Davide Faraone e dal capogruppo in commissione Giuseppe Cucca, propone quattro modifiche al testo approvato alla Camera a novembre 2020 e attualmente all'esame della commissione Giustizia del Senato. Una mossa che fa saltare i piani di Letta che puntava al via libera prima della pausa estiva, mettendo nell'angolo Forza Italia e Lega. Le modifiche di Iv, se approvate, avrebbero l'effetto di far ripartire da capo l'iter del provvedimento che, una volta approvato a palazzo Madama, dovrebbe tornare a Montecitorio. Letta vede così sfumare l'obiettivo di portare a casa un risultato politico. Il Pd reagisce con irritazione alle quattro proposte di Iv, bollandole come «incomprensibili». E a pochi giorni dalla nuova riunione del tavolo politico proposto dal presidente leghista della commissione Giustizia del Senato, Andrea Ostellari, che dovrebbe tenersi martedì, il ddl Zan torna a impantanarsi al Senato, dove i numeri in Aula non lasciano molti margini di manovra alle forze politiche favorevoli all'approvazione definitiva della legge (M5s, Pd, Leu). L'incognita è come si comporteranno i senatori renziani in Aula in occasione dei numerosi e già «messi in conto voti segreti, qualora gli ex giallorossi dovessero continuare a tenere il punto e non aprire a modifiche al testo, insistendo nella richiesta di portare il ddl all'esame dell'Assemblea di palazzo Madama il prossimo 13 luglio. Senza Italia viva, infatti, gli ex giallorossi rischiano di «soccombere» sotto i voti contrari del centrodestra. Per i renziani vanno stralciate - «le definizioni sull'identità di genere e va cassato anche l'articolo inserito durante l'esame in Aula a Montecitorio relativo alla libertà di pensiero, ovvero la cosiddetta cluasola salva-idee, resta invece l'istituzione della Giornata nazionale ma le iniziative vanno promosse nel rispetto della piena autonomia delle scuole: modifiche che rilanciano una vecchia proposta a firma di Ivan Scalfarotto, sottosegretario all'Interno di Iv. Letta infuriato per la mossa renziana scarica la rabbia su Salvini. Il casus belli è la firma da parte della Lega del documento dei partiti di destra in Europa. Per il leader del Pd è quasi un peccato di lesa maestà: «Non è possibile sottoscrivere il documento delle destre e sostenere Draghi allo stesso tempo, c'è una contraddizione in termini chiara e netta. È come se una persona dicesse che tifa Milan e Inter insieme: o si sostiene il governo Draghi o si sostengono le politiche europee di Orban» attacca intervenendo alla conferenza programmatica del Psi. Incassando l'appoggio dell'ex segretario Zingaretti: «Basta furbizie, e attenzione al ritorno di posizioni ambigue degne di un Italietta che non ha futuro». Mentre il capogruppo dem alla Camera Debora Serracchiani chiede a Draghi di cacciare la Lega dall'esecutivo: «L'agenda del governo Draghi è l'agenda del Pd. Non si può dire lo stesso della Lega.

Se c'è qualcuno che deve trarre le conseguenze, cari Molinari e Romeo, siete proprio voi».

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