Ong all'attacco dell'Italia: altre due a caccia di migranti

La spagnola Open arms e la tedesca Sea Eye verso la Libia. L'esperto: "Piano coordinato per sfidarci"

Ong all'attacco dell'Italia: altre due a caccia di migranti

L'«offensiva» delle Ong talebane dell'accoglienza contro l'Italia è appena cominciata. Due nuove navi degli «umanitari» duri e puri stanno facendo rotta verso la Libia.

«Ci sono altre barche di una Ong tedesca e una spagnola, che navigano verso il Mediterraneo (centrale, ndr)» annuncia in diretta su Facebook il ministro dell'Interno Matteo Salvini, poche ore dopo l'arresto del comandante di Sea watch 3. «Ong avvisate, Ong mezzo salvate. Multe, sequestro della barca, divieto di ingresso nelle acque territoriali e in caso di disobbedienza, arresto» ribadisce il responsabile del Viminale.

La prima a mettersi in moto è stata Open arms dell'omonima Organizzazione non governativa spagnola, che ieri pomeriggio era già a sud della Sicilia. Oggi o domani potrebbe arrivare nelle acque vicine alla Libia. L'altra nave oltranzista è l'Alan Kurdi dal nome del bimbo siriano annegato nel 2015 nel Mediterraneo. L'imbarcazione, che batte bandiera tedesca è stata rimessa a nuovo a Valencia. E viene utilizzata dalla Ong con sede in Germania, Sea eye, una specie di organizzazione «sorella» di Sea watch.

«È un piano coordinato delle Ong per metterci in difficoltà durante l'estate, quando sono fisiologici gli aumenti delle partenze dalla Libia» rivela una fonte italiana de il Giornale in prima linea sul fronte del mare.

La nave spagnola la scorsa settimana era attraccata a Napoli ospite del sindaco della città, Luigi De Magistris. Oscar Camps vuole guidare le operazioni per il prossimo recupero di migranti da portare in Italia. Il fondatore di Open arms, ha dichiarato: «Devo proteggere il mio capitano e per questo mi sto imbarcando. Ho dato ordini perché si esenti il comandante da qualsiasi responsabilità. Come ha detto mia madre prima che partissi: Dal carcere si esce, dal mare no».

La fonte de il Giornale spiega che «questa volta devono stare attenti perché il governo spagnolo ha stabilito sanzioni molto pesanti se continuano a sostituirsi al soccorso ufficiale». Le multe dovrebbero essere fra i 300mila e 900mila euro. Gli spagnoli per ora sembrano fare spallucce. Il 18 marzo Open arms era stata bloccata nel porto di Pozzallo per lo sbarco di 218 migranti raccolti davanti alla Libia. Il Gip di Ragusa, Giovanni Giampiccolo, aveva poi disposto il via libera riconoscendo «lo stato di necessità» del salvataggio.

«Se la navi delle Ong arrivano di fronte alla Libia fanno da calamita. Ci sono ancora pagine su Facebook che informano sulla loro posizione per far partire i gommoni», spiega una fonte del Giornale a Tripoli, che combatte con i libici l'immigrazione clandestina. «La guardia costiera locale sta lavorando al massimo - sottolinea - per non far partire i gommoni o intercettarli in mare». Ieri un natante è quasi arrivato al limite delle 90 miglia dell'area di soccorso libica, con un centinaio di persone a bordo, ma i maltesi lo stavano monitorando e probabilmente interverranno. I libici si danno da fare per fermare i migranti altrimenti il governo Serraj perde l'appoggio italiano nella guerra con il generale Haftar. I garanti dell'accordo non scritto sono Salvini e il vicepremier libico Ahmed Maiteeq.

L'Alan Kurdi ieri si trovava a nord dell'Algeria. Il suo arrivo in zona libica è previsto per martedì. La Sea eye si vanta di avere fatto sbarcare, soprattutto in Italia, 14.459 persone negli anni d'oro delle Ong. E continua a volerlo fare grazie ad importanti sostenitori ecclesiastici.

«Ringraziamo le chiese per la promozione del salvataggio in mare nel Mediterraneo» si legge in tedesco su un portale con i simboli di Sea eye e Sea watch. Fra i sostenitori c'è anche il cardinale cattolico Reinhard Marx. Subito sotto puoi donare qualsiasi cifra: Il 40% finisce nella casse delle Ong tedesche che sfidano l'Italia.

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