Opere d'arte false: Sgarbi tra gli indagati "Diffamato, querelo"

Opere d'arte false: Sgarbi tra gli indagati "Diffamato, querelo"

I carabinieri del comando tutela patrimonio culturale hanno smantellato una «fabbrica» di opere false attribuite all'artista marchigiano Gino De Dominicis, riconosciuto come uno degli autori più importanti dell'arte italiana del secondo Dopoguerra con quotazioni sempre più in rialzo sul mercato e, in misura minore, ad altri maestri dell'arte contemporanea.

I presunti autori della falsificazione, autenticazione e commercializzazione di tali opere ruotavano attorno alla Fondazione Archivio Gino De Dominicis di Roma presieduta da Vittorio Sgarbi e composta da importanti galleristi, esperti e mediatori commerciali. Ai 23 indagati, tra i quali compare anche Sgarbi, sono stati contestati a vario titolo l'associazione per delinquere, la contraffazione di opere d'arte e la ricettazione. «Le persone coinvolte - spiega l'Arma - erano riuscite a immettere, nei canali leciti del mercato dell'arte contemporanea, numerose opere contraffatte, corredandole di fraudolente certificazioni di autenticità». Sequestrate oltre 250 opere contraffatte (per un controvalore di oltre 30 milioni di euro), per lo più cedute ad ignari collezionisti, oltre a vario materiale atto alla falsificazione. Quattro sono state le misure cautelari, una delle quali ha colpito la vice presidente della Fondazione, personaggio di spicco nella vicenda essendo stata in passato assistente personale dell'artista. Domiciliari per la persona che materialmente realizzava le opere finte.

«Mai il nucleo di tutela del patrimonio artistico dei carabinieri - ha commentato Sgarbi - era arrivato più in basso mettendo l'ignoranza al servizio della cecità e della mancanza di giudizio di un magistrato, tale Laura Condemi, sostituto di quella procura che ha consentito, nonostante le drammatiche segnalazioni di Italia nostra e mie, l'abbattimento del villino Naselli del 1930, quartiere Coppedè. L'insipiente procura è indifferente al vandalismo e alla distruzione, e insegue e sequestra opere autentiche di Gino de Dominicis sulla base di indagini farlocche, senza alcun elemento probatorio, senza l'individuazione di falsari: un'indagine irresponsabile e criminale che distrugge la reputazione di un artista di cui non si conoscono falsi, se non nell'esaltazione di chi pretende di essere l'unico esperto».

«E ci si mette anche il magistrato indossando le vesti di critico d'arte, immaginando una banda che non c'è' mai stata - aggiunge - Provvederò a un'interrogazione parlamentare e chiederò l'accesso agli atti dell'indagine. Parallelamente, ho dato incarico all'avvocato Cicconi di procedere con una denuncia per diffamazione contro il pubblico ministero Condemi».

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