Guerra in Ucraina

Ora il bersaglio è Odessa. Raid sui depositi di greggio e sul porto di Mykolaiv

Non è ancora giorno, nel 39esimo di invasione russa, che rimbombano i cieli nella città di Odessa

Ora il bersaglio è Odessa. Raid sui depositi di greggio e sul porto di Mykolaiv

Non è ancora giorno, nel 39esimo di invasione russa, che rimbombano i cieli nella città di Odessa. Finora era stata risparmiata da attacchi massicci. Invece: luci, bagliori dall'alba. Sei esplosioni almeno. Poi le colonne di fumo da terra. È Mosca che continua a prendere di mira i depositi di petrolio dell'Ucraina. Il primo salta in aria in un raid che centra l'area delle riserve di carburante nella strategica città portuale a sud-ovest. Il bilancio cresce in poche ore: «Abbiamo distrutto una raffineria e 3 impianti di stoccaggio nelle vicinanze - spiega il ministero della Difesa russo - Fornivano carburante a forze ucraine vicino a Mykolaiv». Anton Herashchenko, consigliere del ministero degli Interni ucraino, rivendica però alcuni di quei razzi neutralizzati dalla difesa aerea.

Non ci sarebbero vittime a Odessa, secondo l'ufficiale del comando Sud Vladislav Nazarov. Si spengono invece gli incendi lasciati dalla pioggia acida di Mosca, almeno 4. E il capo dell'Unità di crisi Nataliya Smikh denuncia il funzionamento a singhiozzo del corridoio umanitario per l'arrivo di cibo e per le evacuazioni dalla «perla». Fermo «al 50%»; bloccati completamente quelli di Mariupol e Kharkiv.

Dopo Leopoli e Dnipro nei giorni scorsi, la «chirurgia militare» russa sgancia infatti ancora missili e bombe, facendo impazzire chi si occupa di assistenza. Venerdì i russi avevano già distrutto la più grande raffineria ucraina, a Kremenchuk, sempre con attacco dal cielo. Ieri quella di Odessa, dove tornano a suonare le sirene di allarme nella tarda mattinata. Tutti nei rifugi, è l'invito delle autorità.

D'altronde il mirino russo non sempre fa centro su ciò che dichiara «strategico» e, deliberatamente o meno, un missile può cadere e centrare case, scuole, ospedali; come accaduto ieri a est, almeno un morto e tre feriti a Rubizhne. E soprattutto sui porti. Colpito ieri quello di Mykolaiv. Pioggia di missili a più riprese. Razzi guidati dal mare e dall'aria e almeno un morto civile, 14 i feriti.

Mosca sembra voler azzoppare le risorse energetiche; rivendica l'uso di «armi ad alta precisione e a lungo raggio». Intanto Kiev respinge 6 attacchi nel Donbass, la regione citata anche da Zelensky nel suo ultimo discorso: «Stiamo rafforzando le difese nella zona orientale, ma il nostro Paese non ha ricevuto sufficienti e moderni sistemi antimissilistici dagli alleati», tuona il premier. I vertici militari ucraini dichiarano nel frattempo di aver distrutto 4 carri armati, 6 blindati e 7 unità di veicoli nemici. Sul territorio degli oblast di Donetsk e Lugansk si continua infatti a combattere. Non solo dal cielo. Ma via terra, a colpi d'artiglieria.

Zelensky è convinto che Mosca vuol prendersi tutto il sud. E mentre si riapparecchiano trincee anche a Kharkiv, il disimpegno russo da Kiev impegna ciò che resta dell'esercito di Putin nel fronte più a sud-est. Si colpisce però da entrambi i fronti. Si riconquistano pezzi di terreno, angoli, posizioni. Kiev parla di 27 distretti liberati nell'ultima settimana. Di Irpin resta poco. E a Bucha le fosse comuni contano oltre 300 corpi.

Le forze ucraine tornano a bersagliare pure il villaggio di Tomarovka, nella regione russa di Belgorod: un'esplosione a 40 km dal confine, la stessa area dove c'era già stato un attacco aereo su un deposito di petrolio. «Non si segnalano danni», spiega il capo dell'amministrazione del distretto di Yakovlevsky, Oleg Medvedev. Si minimizza, da Mosca, ma la realtà è che la guerra è su poliedri sempre più estesi. L'altro fronte aperto da giorni come una ferita che non accenna a rimarginarsi è Kherson, già controllata dai russi dove gli ucraini continuano a tentare assalti, mentre le colonne di tank marchiati «Z» lasciano scie di morte anche dove non ci sono soldati ucraini ma civili. L'ultimo attacco di ieri a Ochakiv, sul Mar Nero. Si colpiscono anche i magazzini con cibo e medicine. «La Russia raggiungerà tutti gli obiettivi della sua operazione militare speciale», insiste il Cremlino. Intanto salgono a 11 i politici prigionieri dei russi. Trattative in corso per scambi di prigionieri, secondo la vice premier ucraina Iryna Vereshchuk.

Urgenti, visto che appena due giorni fa la sindaca del villaggio di Motyshyn, Olha Suchenko, e suo marito li hanno trovati morti.

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