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Ora anche Calenda avverte Meloni: "Se tocca i diritti saremo in piazza"

Il segretario di Azione arriva in Senato per la procedura di registrazione: "Andrò subito a vedere l'affresco su Catilina, ma non voglio fare congiure". L'altolà alla leader di Fdi: "Se trasformerà l'Italia nella Polonia andremo in piazza"

Ora anche Calenda avverte Meloni: "Se tocca i diritti saremo in piazza"

"Giorgia Meloni? Ci aspettiamo che da premier faccia bene", dice Carlo Calenda al suo arrivo al Senato attorno alle 11 di martedì mattina per le procedure di registrazione. Ma non perde l'occasione per lanciare un avvertimento alla presidente di Fratelli d’Italia: "Se come ha detto da Vox vuole trasformare l’Italia nella Polonia allora la nostra opposizione sarà durissima, anche nelle piazze".

Il leader del Terzo Polo promette che la sua sarà un’opposizione costruttiva. "Bisogna capire cosa succederà, è tutto ancora da definire", spiega Calenda. "Sicuramente – va avanti - noi sappiamo come faremo opposizione: abbiamo già iniziato con la proposta sul dimezzamento delle bollette con tanto di coperture. Proporremo cose concrete, fattibili come se fossimo al governo, indicando le fonti di copertura, i tempi di realizzazione e le infrastrutture necessarie e così ci regoleremo sempre". "Il rigassificatore di Piombino lo voteremo, se il governo invece non riuscirà a fare le cose – aggiunge - lo incalzeremo con soluzioni alternative".

"Con Renzi un partito liberal-democratico"

Con Matteo Renzi è pronto a costruire un percorso che vada oltre l’alleanza elettorale. "Lavoreremo come abbiamo fatto finora, - annuncia - stesso simbolo, stesso logo, stessa struttura. E poi daremo vita con calma, perché ora è importante vedere come parte il governo, a un partito unico pronto per le prossime europee". Sarà una formazione liberal-democratica "che accoglierà nelle sue file persone che vengono dal mondo riformista, popolare e liberale".

"L’Italia ha bisogno di un partito del pragmatismo e del buongoverno, una cosa di cui non si parla più. La politica è innanzitutto arte di governo, non scontro ideologico, rumore, proclami o retorica", precisa. Calenda fa sapere anche che non ci sarà giovedì alle 18.30 al sit in di protesta davanti all’ambasciata russa. Ma promette di organizzare "una grande manifestazione a Milano se Conte porterà in piazza le persone che sono a favore della resa degli ucraini e non della pace".

Il riferimento è alle parole del leader del Movimento 5 Stelle, che in un’intervista al Fatto Quotidiano ha lanciato l’idea di una manifestazione aperta anche alla sinistra per promuovere il negoziato e la pace in Ucraina. "Se tu voti contro l’invio delle armi e contemporaneamente chiedi la pace stai chiedendo la resa, - attacca Calenda - noi siamo invece per il supporto all’Ucraina e per l’apertura di un negoziato che non porti gli ucraini alla resa ma che riconosca che l’invasione russa è stata fermata".

La "lezione" di storia romana e la "congiura" di Catilina

Poi Calenda si è diretto nella Sala Maccari del Senato per ammirare l'affresco della congiura di Catilina, dipinto a fine ‘800 dall’omonimo artista senese Cesare Maccari, cimentandosi in una lezione di storia romana davanti ai giornalisti. "È la prima cosa che andrò a vedere, - aveva detto poco prima - non perché voglio fare una congiura, ma perché sono un grande appassionato di storia romana antica: è un grande retaggio perché da qui nasce il concetto stesso di repubblica".

Per questo, spiega, essere chiamato senatore, come Appio Claudio cieco, raffigurato anche lui al Senato da Cesare Maccari, ricorda, è "una grandissima emozione". "Esiste una riscoperta del patriottismo repubblicano di cui abbiamo grande bisogno, che nasce anche dalla diffusione della cultura delle istituzioni repubblicane.

Questo – conclude - è quello che ci impegneremo a fare: istruzione e cultura sono il principale mezzo di riscatto sociale contro la cultura dell’assistenzialismo".

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