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Ora i renziani bloccano le nomine del governo: "Non hanno i numeri"

Il governo alla prova delle nomine: Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle provano a tagliare fuori Italia Viva. Ma i renziani reagiscono

Ora i renziani bloccano le nomine del governo: "Non hanno i numeri"

Italia Viva, il partito dei renziani, non è disposto a rimanere chiuso in un angolo: il governo, sulla questione delle nomine, può essere messo in difficoltà.

La matematica parlamentare è abbastanza chiara: l'esistenza di una maggioranza esecutiva è legata anche, se non soprattutto, alle volontà della formazione politica nata dopo la scissione dal Partito Democratico. Dall'ex premier Matteo Renzi e dai suoi, insomma, possono dipendere le sorti del Conte bis. Per questo, il fatto che il governo giallorosso debba indicare circa 400 nominativi - le nomine, appunto - può essere un fattore correlato alla tenuta sul breve periodo. La partita non è tra quelle che contano poco: tra i vertici che i giallorossi sono chiamati a rinnovare, vale la pena sottolineare quelli dell'Agcom. Poi c'è da individuare pure il nuovo Garante della Privacy. Il retroscena, che è stato svelato poco fa dall'Huffington Post, contribuisce a rendere più complesso il quadro politico complessivo.

Stando a quanto riportato dalla fonte sopracitata, infatti, la formazione politica guidata da Nicola Zingaretti e quella coordinata, ma a tempo, da Vito Crimi, hanno provato ad operare un tagliafuori nei confronti di Italia Viva, che però ha reagito, evitando la stesura di un accordo che non considerasse la rilevanza numerica dei renziani: "Si sono resi conto che senza di noi non hanno i numeri e che non ci possono tenere alla porta". Il virgolettato, che è stato rilasciato da qualche esponente di Italia Viva, non lascia spazio a troppi fraintendimenti. Le cifre non mentono. E la votazione prevista per domani in Parlamento, sulle base di queste circostanze, non potrà che essere rimandata ad una data futura. L'esecutivo, con ogni probabilità, non potrà evitare di confrontarsi con i renziani, a meno che non voglia mettere in discussione la sua stessa esistenza. La trattativa risultava essere in stato davvero avanzato: piddini e grillini sarebbero stati in grado di dividersi a metà, e alla perfezione, tutti gli incarichi in ballo. Ma Italia Viva ha sollevato più di qualche perplessità.

Nello specifico, viene riportato il caso di Antonello Giacomelli, che sarebbe dovuto divenire il Garante per le Comunicazioni. Giacomelli non è un renziano o almeno non lo è più. E questo potrebbe aver in qualche modo influito sulla presa di posizione, che è forte, dell'emisfero centrista della maggioranza odierna. Ma questa disamina non è sufficiente. Le frizioni possono non riguardare solo la natura tripartita delle "sinistre" che reggono il professor Giuseppe Conte, ma anche la persistenza di correntismi intestini. Il MoVimento 5 Stelle, di sicuro più del Partito Democratico, sta rivalutando la sua organizzazione interna. E questo è un dettaglio che può influenzare sulla naturalezza di trattative che si annunciano lunghe e lastricate da possibili colpi di scena.

Il governo, su questa storia delle nomine, può davvero traballare.

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