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Ora l'azienda Italia assume. E il navigator va in pensione.

Da Enel e Pirelli, alle piccole imprese: di qui ad agosto stimati 1.3 milioni di offerte. Draghi ripensa al "reddito".

Ora l'azienda Italia assume. E il navigator va in pensione.

Le opportunità di lavoro daparte delle imprese si moltiplicano. Lo dicono i dati che mostrano un'Italia sempre più simile al pre-Covid anche grazie alla credibilità e alle aspettative sul governo di Mario Draghi. Tanto che il blocco dei licenziamenti da un lato, e il reddito di cittadinanza dall'altro suonano sempre più stonati.
La ripartenza vede in prima linea le grandi aziende del Paese. Ma ha il freno a mano tirato proprio a causa delle criticità sul fronte dell'offerta. Secondo il Bollettino mensile Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, sono oltre 560mila le opportunità di lavoro offerte dalle imprese a giugno. E il dato sale a 1,3 milioni nell'orizzonte giugno-agosto. L'industria programma a giugno 163mila entrate (+36mila su maggio) e 378 mila nel trimestre. Nel 56% dei casi saranno contratti a tempo determinato, nel 19% a tempo indeterminato, nel 10% in somministrazione e nel 5% in apprendistato; altre tipologie riguarderanno il restante 10% dei contratti. Aumenta anche la quota di imprese che programmano assunzioni: dal 12% di maggio al 15% di giugno. A trainare la domanda sono i principali comparti dell'industria manifatturiera con circa 106mila entrate complessive programmate per giugno: le industrie alimentari (67mila entrate, +60,1% sul mese scorso), metallurgiche (+49,1%) e meccaniche elettroniche (+15,4%), tra i comparti piu dinamici. In decisa ripresa anche la filiera turistica con99mila entrate (+48,2%), commercio (+83%), servizi alle persone (+46,6%) e costruzioni (+25,6%). In prima linea Enel, Fiat, Poste, Pirelli, Ducati, Mapei, Banca Sella, Banca Mediolanum, Brembo, Manutencoop, Barilla, Nestlè, Amadori, Lavazza, Novartis, Bosh, Magnati Marelli.
Sebbene con dinamiche eterogenee a livello settoriale e territoriale, le imprese provano, dunque, a ripartire. In questo quadro, il blocco dei licenziamenti appare fouri tema: il nodo centrale «è in buona parte un problema di offerta, commenta al Giornale Carlo Chiattelli, associate partner, people advisory services di Ernst&Young spiegando che mentre più di un terzo delle imprese italiane lamentano difficoltà di reclutamento, il 13,5% dei giovani tra i 18 e i 24 anni lascia il sistema di istruzione con al più un diploma di scuola secondaria inferiore. Più del 23% dei giovani tra i 15 e 29 anni non lavora, non studia e non fa formazione. Allo stesso tempo, Unioncamere stima che nel prossimo quinquennio le Università italiane produrranno 240mila laureati in meno di quanti saranno richiesti dall'espansione della domanda di lavoro.
E il sistema dei sussidi non aiuta. La letteratura internazionale parla di trappola del welfare quando il costo opportunità di accettare un lavoro rispetto al rischio di perdere un sussidio economico è troppo elevato, spiega Chiattelli e questo fenomeno si genera quando i sistemi di sussidi non sono accompagnati da adeguate politiche attive per supportare il reimpiego.
Un po' come accaduto con il fallimentare esperimento del navigator. Tanto secondo voci sempre più insistenti, Draghi starebbe pensando di mandare in pensione queste figure introdotte dai Cinque Stelle nel Conte 1. Assorbendole in un piano di riordino degli ammortizzatori sociali.
In aggiunta all'inefficienza dei sistemi dell'offerta, va anche ricordato che il mercato del lavoro italiano negli ultimi anni ha generato molti più posti di lavoro a bassa qualifica (e basso salario) spiega Chiattelli. Un fenomeno che dovrebbe attenuarsi: anche la domanda di lavoro si sposterà su profili tecnici e intellettuali con qualifiche elevate. Diventa quindi ancora più urgente migliorare la produttività del nostro sistema scolastico, universitario e formativo.
Una spinta potrebbe arrivare grazie alla Next Generation EU e alle proposte contenute del Pnrr con cui si possano implementare le giuste riforme per una veloce ripartenza, aggiunge Maria Teresa Iannella, associate partner di EY, secondo cui manca una tipologia contrattuale sicura, poco costosa, agevole e poco burocratizzata per assumere personale in determinati settori. Su questo il governo Draghi è al lavoro.

Ma deve fare in fretta per non perdere il treno della ripartenza.

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