Radical chic

Ora l'Ong prende a schiaffi pure la lingua italiana: ecco perché

Mediterranea Saving Humans si accoda alla moda dei Murgia nostrani: addio desinenza maschile universale, arriva la "schwa"

Ora l'Ong prende a schiaffi pure la lingua italiana: ecco perché

In principio fu il Comune di Castelfranco Emilia. Poi s’è accodata la mai doma Michela Murgia. E ora tocca alla Ong dell’ex no global Luca Casarini. Direte: cosa accomuna questi tre soggetti del panorama politico, mediatico e istituzionale italiano? La passione per il perbenismo linguistico. O meglio per il politicamente correttissimo fluidismo di genere applicato al dizionario e alla grammatica italiana.

Un paio di mesi fa il sindaco (ovviamente del Pd) del paesino nel Modenese ha dato il “la” all’uso della “schwa” nei comunicati ufficiali del Comune. In pratica il malcapitato redattore dell’ufficio stampa (spero che nel frattempo si sia dimesso) s’era trovato a redigere ogni benedetto testo declinando al neutro le parole di genere maschile universale. Nella pratica, un inferno in cui le pene hanno la forma di questo segno fonetico “ə” a metà tra le “a” e la “e”. Tipo: “buongiorno a tuttə”, “gentilissimə”, “carə concittadini” e orrori linguistici simili. Uno sgorbio. Che aveva come obiettivo - sentite un po’ - quello di “plasmare” il “modo in cui pensiamo, agiamo e viviamo le relazioni”. Plasmare, capito? Volevano (e probabilmente vogliono ancora) modificare il pensiero in favore di una irragionevole neutralità di genere. Che ha come unico effetto immediato quello di rendere praticamente incomprensibile un testo. E visivamente fastidiosa la lettura dei giornali.

Già, perché sulla scorta di quanto creato dal geniale sindaco di Castelfranco, qualche giorno fa la sempre informatissima Murgia ha ben pensato di copia incollare l’idea sulle pagine di un quotidiano nazionale. Il direttore Massimo Giannini forse non l’avrà visto prima, o forse sì e sarebbe pure peggio, ma alla fine La Stampa è finita sulle rotative con un testo pieno zeppo quel simbolo della barbarie radical chic. Una roba inutile, che col femminismo e il superamendo del gender gap c’entra come il cavolo a merenda, ma che fa fighissimo. Ed è di tendenza.

Tanto di moda che ieri in un tweet passato quasi inosservato, anche Mediterranea Saving Humans ha sposato la stessa banale battaglia. “Duecento donne, uomini e bambini DEPORTATƏ illegalmente in #Libia", ha scritto su Twitter. E non si capisce se quel maiuscolo serva a sottolineare la presunta “deportazione” oppure far notare la schwa. Fatto sta che l’Ong travolta dalle indagini, nell’attesa di rimettere in acqua la Mare Jonio in vista dell’estate, intanto si prodiga a posizionarsi nel podio dei radical linguistici. Ci attendiamo nei prossimi giorni comunicati con l’abuso di “migrantə”, “richiedentə asilo”, “profugə” e via con altre storpiature dello stesso calibro. Perché dal buonismo migratorio al fluidismo letterario è un attimo. E i Casarini Boys non si sono fatti sfuggire l’occasione.

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