Ora Moscovici attacca Ciocca: "Il leghista? Provocatore e fascista"

Al termine della conferenza stampa, Ciocca calpesta i fogli di Moscovici e urla "shit". "Ho usato scarpe made in Italy". Il commissario: "Si vede il germe di una violenza simbolica"

Ora Moscovici attacca Ciocca: "Il leghista? Provocatore e fascista"

La bocciatura della manovra economica, poi il blitz davanti a un attonito Pierre Moscovici. La provocazione di Angelo Ciocca si consuma in pochi istanti: quando il commissario europeo, a conferenza stampa finita, si volta per stringere alcune mani, ecco che il leghista sfodera una scarpa e calpesta i fogli su cui è stampata la lettera della Commissione Ue al governo italiano (guarda il video). "Ho voluto fare questo gesto simbolico - spiega su Radio Cusano Campus, l'emittente dell'Università Niccolò Cusano - un messaggio forte e chiaro per dire che l'Italia merita rispetto e non è più disposta a farsi calpestare". Ma per Moscovici Ciocca non è altro che "un provocatore e un fascista. Si vede il germe di una violenza simbolica inammissibile".

Ieri pomeriggio, al termine della conferenza stampa sulla bocciatura della manovra economica, Ciocca si è levato una scarpa e, avvicinatosi al tavolo dei relatori, ha simbolicamente calpestato la risposta dell'Unione europea al governo italiano e ha urlato "Shit!" (merda). Inizialmente Moscovici lo aveva scambiato per un suo collaboratore. "È grave - sottolinea l'eurodeputato leghista - perché vuol dire che non sa neanche chi lavora per lui e chi lavora con lui. D'altronde - continua - questa geste, rispetto della fatica e del lavoro, non ne ha". Ciocca rivendica di aver calpestato i fogli con "una suola rigorosamente made in Italy" e spiega di non aver studiato il gesto in precedenza. "Le cose fatte di cuore ti portano a fare la cosa giusta", racconta rivelando di aver deciso di agire per la delusione maturata durante la conferenza stampa (guarda il video). "Ero così innervosito dalle parole di Moscovici che me ne stavano andando - continua - poi, quando i giornalisti hanno iniziato a fare domande scomode, Moscovici ha detto: 'La conferenza è finita, andiamo'. E allora ho voluto fare questo gesto simbolico".

Ciocca non si pente di quanto fatto ieri. Anzi, lo rivendica con orgoglio. "Ho ascoltato tutte le bugie dette in conferenza stampa, non ho interrotto nessuno - spiega a Radio Cusano Campus - a fine conferenza stampa, in un'aula che non è istituzionale, ho fatto quello che il popolo italiano avrebbe voluto fare". Non solo. Dice di aver ricevuto tanti complimenti da gente comune che gli ha scritto di non essere più disposta a venir calpestata da questa Europa. A livello istituzionale, però, si sono levate non poche critiche. Lo stesso Matteo Salvini ha espresso alcune riserve per il suo comportamento: "L'Europa non la cambiamo con le provocazioni". "Non voglio uscire dall'Unione europea - ha aggiunto il leader del Carroccio - non voglio uscire dall'euro, non voglio sbattere le scarpe sui tavoli, però lasciate che gli italiani lavorino".

Ancora più duro il commento di Moscovici che ha definito Ciocca "un provocatore e un fascista". "È gente - ha detto ai media francesi - che attacca la democrazia basata sulle regole sul rispetto delle istituzioni e sulla libertà".

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