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Ora il Pd scopre che Conte è un cavallo perdente

Dopo averlo osannato come 'nuovo Prodi', il Pd si accorge che Giuseppe Conte è un bluff

Ora il Pd scopre che Conte è un cavallo perdente

“Il Pd ha una sola parola ed esprime un solo nome come possibile guida di un nuovo governo di cambiamento. Quello di Giuseppe Conte”. Era la fine del gennaio dello scorso anno quando sui social del partito, guidato all'epoca da Nicola Zingaretti, circolava una card di sostegno alla nascita di un Conte-Ter.

Il presidente della Regione Lazio, consigliato dal fidatissimo Goffredo Bettini, osannava l'allora premier e lo metteva su un piedistallo come se fosse il principale punto di riferimento per la sinistra. Zingaretti avrebbe voluto dar vita a un 'campo largo' , ossia a un'alleanza strutturale tra Pd e M5S con Giuseppe Conte leader. Insomma, una riedizione dell'Ulivo con l'avvocato di Volturara Apulla che avrebbe preso le sembianze di nuovo Prodi. Un progetto che oggi è definitivamente tramontato tanto da diventare oggetto di scherno, con il giornalista David Allegranti che ne celebra il funerale con un post su Facebook. “Stasera a Porta a Porta il plastico del campolargo”, scrive il notista politico.

Dal 2021 a oggi il Pd ha cambiato segretario ed Enrico Letta ha accantonato quasi subito l'idea di cedere la leadership del centrosinistra a Conte che, nel frattempo, da presidente del Consiglio è divenuto leader del M5S. Il suo consenso è rapidamente sceso dal 70% di cui godeva quando era a Palazzo Chigi a una cifra che si aggira attorno al 30-40%. Un tonfo messo in evidenza ancor di più dai deludenti risultati che il M5S ha registrato nelle ultime tornate elettorali. Una parabola discendente assai repentina che ha portato Zingaretti a rimangiarsi tutti gli attestati di stima che aveva rivolte a Conte fino a non pochi mesi fa e, a Repubblica, ha ammesso che i fatti, ormai, smentiscono che Conte possa essere un punto di riferimento per la sinistra.

Si è giunti così al paradosso che, oggi, il Pd è costretto a pregare Mario Draghi a restare a Palazzo Chigi dopo che il suo governo è stato messo in crisi da Conte, ossia proprio dall'uomo politico a cui loro avrebbero voluto far guidare un terzo esecutivo. Il tris dell''avvocato del popolo', come sappiamo, non c'è stato ed è arrivato l'ex governatore della Banca Centrale Europea che ora viene supplicato proprio dal Pd, il partito più draghiano di tutti, affinché non molli. Comunque vada a finire è chiaro e certificato che a Largo del Nazareno, negli ultimi due anni, hanno puntato tutto sul cavallo sbagliato: Giuseppe Conte.

Sia che il governo cada definitivamente oppure superi la prova della verifica di mercoledì, le strade del Pd e del Movimento Cinque Stelle in versione contiana non saranno più le stesse.

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