Ora Putin alza il tiro: via ai test nucleari. "C'è un alto rischio di guerra mondiale". L'attacco all'Italia

Tra minacce, bluff, dimostrazioni di forza e rischi concreti, l'allerta nucleare spaventa il mondo

Ora Putin alza il tiro: via ai test nucleari. "C'è un alto rischio di guerra mondiale". L'attacco all'Italia

Tra minacce, bluff, dimostrazioni di forza e rischi concreti, l'allerta nucleare spaventa il mondo. Se non bastassero le centrali sotto attacco e le accuse sul possibile utilizzo di una bomba sporca, ora ecco i test atomici di Mosca e le nuove speculazioni di Putin, che continua a ballare sul sottile filo della paura e agita lo spettro di un conflitto nucleare su larga scala.

«Il potenziale di conflitto nel mondo rimane molto alto. Stanno emergendo nuovi rischi e sfide per la sicurezza collettiva, principalmente a causa di un forte aggravamento del confronto geopolitico globale», ha detto lo Zar in una riunione con i suoi fedelissimi. Il tutto dopo aver assistito, a distanza, all'esercitazione di «deterrenza strategica», ovvero i test nucleari, organizzati dai suoi uomini. Va detto che tali test si tengono ogni anno e sia Russia che Stati Uniti comunicano in anticipo la data di queste esercitazioni. Ma in questo momento, non possono essere viste come ordinarie. Il ministro della Difesa Serghei Shoigu ha confermato esercitazioni di «un attacco nucleare massiccio» ma solo «in risposta ad un eventuale attacco nucleare del nemico». Durante la sessione organizzata dal Cremlino, sono stati lanciati un missile balistico intercontinentale Yars dal cosmodromo di Plesetsk e un missile balistico Sineva dal Mare di Barents presso il sito di test di Kura in Kamchatka, insieme ad altri missili a lungo raggio. «Tutti andati perfettamente a segno», secondo Mosca. Fosse solo questo, tutto sommato, i timori sarebbero limitati. Invece da giorni i russi lanciano accuse su un possibile utilizzo della bomba sporca, ovvero arricchita con elementi nucleari, da parte di Kiev. Tanto che il solito Shoigu ha telefonato ai suoi omologhi di mezzo mondo, ultimo quello cinese, denunciando il pericolo. Ma in realtà, l'accusa sa tanto di difesa, al punto che nessuno gli ha creduto. Anzi.

Dopo le repliche dell'Europa, ecco che la Nato ha preso posizione, in maniera molto dura. «Vladimir Putin sta perdendo sul terreno e sta rispondendo con attacchi sui civili e con una retorica nucleare. La Russia non usi falsi pretesti per una escalation. La Nato non sarà intimidita nel suo sostegno all'Ucraina», ha detto senza mezzi termini il segretario generale dell'Alleanza Atlantica Jens Stoltenberg. «Gli alleati rifiutano le false accuse di Mosca», ha aggiunto. Ma la strategia russa va avanti, nella speranza che ripetere una balla all'infinito la trasformi in verità, almeno presunta. O quantomeno possa servire da pretesto. Perché molti all'ombra del Cremlino stanno tremando, per un conflitto che non sta andando come avevano previsto e per il costante aiuto all'Ucraina che continuano ad arrivare dall'Occidente. Tanto che gli Stati Uniti stanno per schierare la 101ª divisione aerotrasportata in Romania, vicino al confine ucraino. È la prima volta che quei soldati tornano in Europa dalla fine della seconda guerra Mondiale e per il Cremlino, Dmitry Peskov dixit, «aumenta i pericoli per la Russia e non porta ad un rafforzamento della stabilità». Chiaro segno di timori nemmeno troppo nascosti.

Ma intanto anche il nostro Paese torna nel mirino. «L'Italia ha gravemente violato il suo mandato di presidente estromettendo gli esperti russi dal partecipare a una seduta sulle questioni operative dell'Iniziativa sulla lotta alla proliferazione di armi di distruzione di massa a Roma», ha detto l'ineffabile portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova. «Una mossa che qualifica Roma come ostile, un altro attacco provocatorio alla Russia», ha aggiunto.

Pura propaganda, smascherata a breve giro di posta da una nota della Farnesina che spiega come la decisione «è stata assunta d'intesa con i principali paesi partecipanti all'iniziativa» e che era stata «preannunciata dall'Italia, nella sua veste di Presidente di turno, alla Federazione Russa e motivata non soltanto dalla brutale aggressione russa all'Ucraina ma anche alla luce di un atteggiamento sempre più polarizzante e non cooperativo adottato da Mosca nei principali Fori internazionali di Disarmo e Non Proliferazione». Come dire: se giochi sporco, giochi da solo. E finché questo significa test fini a se stessi, può anche andare bene a tutti. In caso di escalation, invece, saranno guai. Per tutti. Ma in primis proprio per Mosca.

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