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"Ora lo scioglimento...". La Bindi piccona il Pd

L'ex presidente vuole evitare la resa dei conti interna: "La ritualità del congresso è ormai accanimento terapeutico". E tira bordate a Enrico Letta

"Ora lo scioglimento". La Bindi piccona il Pd

Il Partito democratico è nel caos totale. Nei prossimi mesi il congresso entrerà nel vivo: i dem saranno chiamati a eleggere un nuovo segretario al posto di Enrico Letta, che non sarà della partita dopo la disfatta elettorale. Piovono autocandidature, con Stefano Bonaccini che sembra essere il favorito. Il teatrino all'interno del Pd non sta affatto piacendo a Rosy Bindi, molto critica con l'attuale corso tanto da arrivare a paventare l'ipotesi dello scioglimento.

La Bindi vuole lo scioglimento

L'ex presidente, intervistata da La Stampa, rimprovera al Pd di aver scelto molte volte la strada della permanenza al governo anche in quelle occasioni in cui sarebbe stato meglio andare a votare e consegnare la parola agli elettori. Una scelta che ha consegnato i dem "a un'afasia". Ovvero? "Così facendo, il Pd non si è mai dedicato a se stesso". Per la Bindi bisogna essere "tutti pronti a mettersi a disposizione, fino allo scioglimento dell'esistente", per dare vita a un campo progressista allargato.

Dunque la Bindi sta seriamente pensando allo scioglimento del Partito democratico. E in tal senso non si è esentata dal rivolgere una mozione personale per il congresso che il Pd si appresta ad affrontare il prossimo anno: "Ci risparmi la resa dei conti interna, perché la ritualità del congresso è ormai accanimento terapeutico". "Ci evitino questo spettacolo", ha poi aggiunto in riferimento alle diverse personalità che già si sono fatte avanti per sostituire Letta.

Le stoccate a Letta

Rosy Bindi aveva rivolto a Enrico Letta un consiglio ben preciso: evitare di far passare il messaggio che il governo guidato da Mario Draghi appartenesse al Pd. E invece i dem hanno fatto l'esatto contrario: hanno messo il proprio timbro sull'esperienza di unità nazionale e addirittura hanno avviato la campagna elettorale sottolineando la necessità di portare avanti la cosiddetta agenda Draghi. Salvo poi fare l'inciucio elettorale con Sinistra italiana e Verdi.

In sostanza l'ex presidente sostiene che il Partito democratico non avrebbe mai dovuto intestarsi l'agenda Draghi in quanto figlia di un'occasione di larghe intese: "Bisognava garantire lealtà, sì, ma guardando al futuro. Se ti appiattisci sul governo Draghi, è naturale che non puoi fare alleanze con chi lo fa cadere". Il riferimento è all'esclusione del Movimento 5 Stelle dall'alleanza di centrosinistra, visto che alla fine Letta ha divorziato sia con Giuseppe Conte sia con Carlo Calenda per poi ritrovarsi da solo con dei partitini.

Infine Rosy Bindi ha fatto sapere di essere rimasta piacevolmente colpita dal modo con cui Letta non ha abbandonato il campo. Ma al tempo stesso non ha fatto mancare un'altra stoccata all'indirizzo dell'attuale segretario dem: "Non apprezzo l'idea che sia sufficiente accompagnare il Pd a un congresso ordinario".

Anche perché Letta di colpe ne ha: la sconfitta è arrivata pure per l'assenza di un progetto politico "che sapesse interpretare l'esigenza di un radicale cambiamento che la situazione impone".

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