Ora Siena rischia di fare lo spezzatino. E Genova l'arrivo di un compratore

Viola prova la carta delle cessioni, ma resta lo spettro dell'aumento di capitale

Nuovi aumenti di capitale, vendita di attività o sportelli e obbligazioni «speciali»: Monte Paschi e Carige cercano l'ultimo proiettile nella cartuccera per salvare indipendenza e addetti, ma escono dagli esami patrimoniali europei nella veste di probabili prede. Sul lato opposto i potenziali predatori restano Ubi Banca e il Banco Popolare, vera sorpresa degli stress test insieme al Credem; quindi Bipiemme.

Con 2,1 miliardi da racimolare Mps ha chiamato Ubs e Citigroup per valutare «tutte le opzioni strategiche». Il piano sarà costruito entro 15 giorni ma l'ad Fabrizio Viola dovrebbe tentare la vendita sia di pezzi del gruppo (le polizze e il credito al consumo, che potrebbe andare all'accoppiata Deutsche Bank - High Bridge) sia di pacchetti di sportelli (a partire dal Nord Est dell'ex Antonveneta). Sul tavolo poi l'emissione di speciali strumenti computabili a patrimonio (additional Tier 1) che, ha detto ieri Viola, pur costosi pesano sempre meno di una ricapitalizzazione tout court .

Lo spettro di dover lanciare un nuovo aumento di capitale aleggia comunque su Siena, magari trovando un cavaliere bianco all'estero tramite il presidente Alessandro Profumo. Se tutto, invece, andasse per il verso sbagliato, aumenterebbe il rischio spezzatino, con il possibile intervento di una cordata di Popolari o forse rispolverando il progetto di fusione con Bnl (ora controllata da Bnp Paribas). La Fondazione Mps ha comunque detto di ritenere «strategico» il proprio 2,5%, vincolato al patto di sindacato con gli alleati sudamericani di Fintech e Btg Pactual.

Il cartello «vendesi» è ben in vista anche a Carige, che deve trovare 800 milioni circa: almeno 500 milioni arriveranno da un aumento di capitale (già garantito da Mediobanca fino a 650 milioni), il resto dalle cessioni delle controllate assicurative al fondo americano Apollo (200-250 milioni, di cui 100 di beneficio sul patrimonio), se occorre della banca private Cesare Ponti e del credito al consumo. Anche a Genova resta però da capire chi sarà il nuovo padrone di casa: gli occhi sono puntati su Andrea Bonomi e su Ubi. La Fabi ha sollecitato soluzioni immediate sia per Mps sia per Carige.

Superano invece il test europeo, seppur di misura, sia Veneto Banca (che sta studiando nuovi additional Tier 1) sia la Popolare Sondrio: «La nostra banca è solida - assicura l'ad Mario Alberto Pedranzini - abbiamo pagato lo scotto dell'investimento in Alitalia, ma i conti a fine anno saranno in crescita. E Bps tornerà a premiare i suoi 180mila soci».

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