Coronavirus

Ora le terapie intensive iniziano a svuotarsi "La normalità? Lontana"

Per la prima volta ricoveri in calo ma altri 681 morti. Locatelli: "Dovremo convivere col virus"

Ora le terapie intensive iniziano a svuotarsi "La normalità? Lontana"

Il contagio rallenta, scende la pressione sulle terapie intensive ma non ci sarà alcun allentamento delle misure di contenimento. Il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli avverte gli italiani: «dovremo convivere con il Covid 19 per molti mesi».

Il timore è che i cittadini di fronte ai primi dati positivi possano riprendere a muoversi ed a incontrarsi soprattutto in vista della festività pasquale e del primo maggio. Per questo il Comitato tecnico scientifico è categorico su questo punto: l'unica misura che funziona è il distanziamento sociale e non si deve mollare.

Il dato migliore di ieri riguarda il calo dei ricoveri in terapia intensiva che per la prima volta segna meno: 3.994 contro il 4.068 di due giorni fa. Il numero dei decessi è ancora molto alto, 681 in un giorno, ma anche in questo caso dal 27 marzo, quando furono registrati 969 decessi si registra una costante diminuzione delle vittime. Attualmente i soggetti positivi dei quali si ha certezza sono 88.274, il totale dei contagiati che comprende anche i deceduti ed i guariti è di 124.632. I nuovi contagi sono dunque 4.805 e segnano una percentuale in costante diminuzione dal 27 marzo quando era la crescita era del 12 per cento mentre ora è scesa al 5.

Come verrà individuato il punto di svolta? Locatelli avverte: «L'obiettivo è arrivare ad un indice di contagiosità inferiore ad uno per avere l'evidenza che la diffusione epidemica nel Paese si è quantomeno arrestata come incremento giornaliero». Locatelli ha anche voluto sottolineare come in centro e nel sud ci sia stata «la capacità del sistema sanitario di contenere una crescita importante del numero di soggetti infetti, non era scontato ottenere questo risultato».

Il presidente del Css ha insistito sulla necessità di rispettare il distanziamento sociale ricordando uno studio che ha valutato il risultato delle misure di contenimento: più d 30.000 persone si sarebbero salvate dal contagio grazie al blocco. Rispetto alla scelta di alcune regioni di procedere al monitoraggio con i test sierologici senza attendere il via libera del Cts Locatelli ha ribadito che la strategia giusta è quelle di procedere insieme, in collaborazione con il territorio. «Non è assolutamente il tempo della competizione o corsa a chi trova il migliore dei test ma un momento per lavorare in maniera coesa e compatta tutti insieme», ha affermato Locatelli.

La necessità di non cedere sull'isolamento è stata ribadita anche dal ministro della Salute, Roberto Speranza per il quale non c'è «ripartenza economica se prima non si vince la battaglia sanitaria» e dunque la Fase 2 è ancora lontana anche secondo il ministro.

Al commissario per l'emergenza, Domenico Arcuri invece il compito di declinare gli interventi logistici e di rifornimento alle regioni. I dispositivi di protezione sanitaria distribuiti sono stati 51,8 milioni. «Le mascherine arrivano a destinazione in quantità sufficiente e in un tempo ragionevole. Finora sono stati distribuiti 72,3 milioni di apparecchiature e dispositivi. -assicura Arcuri- Abbiamo consegnato 1679 ventilatori e oggi ne distribuiremo altri 133». E sulle polemiche che hanno caratterizzato queste settimane, segnate dall'accusa di molte regioni di non fare abbastanza e soprattutto di non intervenire in modo tempestivo dove necessario Arcuri ha risposto che «le rivendicazioni legittime vanno riducendosi e presto scompariranno». Tra oggi e domani dovrebbero essere consegnate le attesissime mascherine ffp2 all'ordine dei medici. Lo sforzo maggiore ha riguardato soprattutto il potenziamento dei posti letto in terapia intensiva che sono diventati 9.284: «il 79 per cento in più rispetto agli iniziali 5.

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