Scontro frontale. Andrea Orlando contro Matteo Renzi. Tema del contendere: il segretario del Pd Maurizio Martina. "Renzi deve decidere una cosa: se ritiene che le colpa della sconfitta elettorale non sia la sua, che sia la mia o dei cambiamenti climatici, allora può decidere di ritirare le proprie dimissioni e continuare a esercitare il mandato avuto dagli elettori. Se invece, come ha detto, si assume non dico tutta la responsabilità ma almeno una quota significativa e ne trae come conseguenza quella di arrivare alle dimissioni, allora deve consentire a chi pro-tempore ha avuto l'incarico di poterlo esercitare altrimenti non riparte un dibattito sereno, una ripresa di rapporti de Pd con la società italiana". Una dichiarazione di fuoco quella del ministro della Giustizia arrivata dopo il Consiglio dei ministri a Chigi. Un vero e proprio aut aut. Una risposta alla riunione dei "renziani" avvenuta ieri nello studio di Andrea Marcucci, capogruppo Dem al Senato.
Anche Gianni Cuperlo, intervenendo a Omnibus su La7, ha espresso la stessa linea: "Non sono stupito, ma preoccupato. Non sono stupito perché, che esistono correnti e componenti nel Pd, è un dato oggettivo. Che esista una corrente renziana è altrettanto evidente alla luce della stagione che abbiamo alle spalle e d'altra parte bastavano le Leopolde per darne misura e consistenza. Ma alla luce della riunione che si è svolta ieri, e lo dico con profondo rispetto nei confronti dell'ex segretario del mio partito di cui ho apprezzato l'atto di responsabilità e la presa d'atto della sconfitta con le dimissioni conseguenti, se Renzi ha cambiato idea e pensa di dover svolgere e assolvere un ruolo e una funzione politica di direzione in questa comunità anche dopo il 4 marzo, ha una via primaria: ritirare le dimissioni, presentarsi all'assemblea del 21 aprile e chiedere a quell'assemblea che si rinnovi la fiducia nella sua persona e nella sua leadership".
Tra gli altri nodi in ballo c'è l'incontro tra Pd e Movimento 5 Stelle. Renzi chiude le porte, mentre Martina sembra più aperto all'idea. E ora anche il Movimento 5 Stelle prova a mettere il dito nella piaga dem.
"Il Pd non vuole incontrarci? La notte porta consiglio e il fine settimana porta consiglio, se Pd vuole andare al 5% in poche settimane...", ha detto il capogruppo del M5S al Senato, Danilo Toninelli. Che poi ha aggiunto: "Il Pd oggi non ha Renzi come segretario ma Martina, con cui abbiamo interloquito per gli uffici di presidenza. Sono convinto che scenderanno a miti consigli. Al loro interno hanno tante anime e potrebbe prevalere l'anima della responsabilità".
Pensiero ribadito anche stamattina dallo stesso Toninelli: "Con il segretario reggente del Pd, Martina, noi abbiamo dialogato nella costituzione dei presidenti di Camera e Senato e degli uffici di presidenza. A lui chiediamo un atto di responsabilità. Perché è un'opportunità che gli stiamo dando".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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