Roma - C'è chi si accontenta davvero di poco, come Mdp, inchiodato con Claudio Fava a un misero sei per cento: «Per noi è soltanto l'inizio - sostiene Enrico Rossi, governatore dalla Toscana - una partenza per sperare poi in un risultato a due cifre per una sinistra vera». C'è chi dà la colpa ai cosiddetti «impresentabili» nelle liste del centrodestra, come i grillini, che hanno mancato una vittoria che poche settimane fa sembrava scontata. E c'è persino chi - sempre loro, i Cinque Stelle - parla di truffa. «Queste elezioni saranno ricordate come quelle dei grandi brogli», dice Manlio Di Stefano. C'è un po' di tutto, ma non c'è un solo partito che ammetta la sconfitta. Scuse rituali, polemiche, minimizzanti, talvolta strampalate. Niente di nuovo, in Italia non perde mai nessuno.
Così l'unico, parziale, riconoscimento arriva da Matteo Renzi, con il suo «tanto di cappello» al risultato del centrodestra. Per il resto dal Pd esce un variopinto campionario di scuse. Davide Faraone, sottosegretario alla Salute e capofila dei renziani nell'isola, se la prende con il traditore Pietro Grasso: «Il presidente del Senato non ha avuto il coraggio di candidarsi. Abbiamo atteso per due mesi in suo sì, che poi non è arrivato». Per Matteo Orfini tutta la colpa è dei bersanian-dalemiani: «Mdp e Sinistra Italiana hanno scelto di candidare Fava con il solo obiettivo di far perdere il Pd e vincere la destra». Leoluca Orlando invece attacca il governatore uscente, peraltro di centrosinistra: «Ha pesato come un macigno la fallimentare esperienza di governo della giunta di Rosario Crocetta». Comunque tutti al Nazareno, dal segretario in giù, hanno tenuto a precisare come il risultato del partito in Sicilia sia stato numericamente uguale a quello raggiunto da Bersani nel 2012. E in ogni caso M5s, sottolinea Renzi, «dalle politiche ha perso oltre sette punti».
La vittoria mancata brucia in casa Cinque Stelle. Nei giorni della vigilia chiedevano addirittura l'intervento degli osservatori dell'Osce, ora insistono sulla teoria dei brogli. «Noi abbiamo il voto pulito, libero, bello, consapevole - dice Luigi Di Maio -. Gli altri vincono ma è una vittoria infangata, contaminata. Vincono grazie a Crocetta che ha appoggiato l'Udc, grazie agli impresentabili e ai bambini prodigio che riescono ad ottenere ventimila voti dal nulla».
Non ha scuse invece Angelino Alfano, sconfitto proprio a casa sua. L'unica scappatoia è provare a derubricare l'importanza della consultazione.
«Le elezioni in Sicilia - afferma dalla Russia il ministro degli Esteri - sono state espressione di un voto regionale. Adesso Alternativa popolare discuterà al suo interno e ragionerà su quale sia la strada migliore per valorizzare il lavoro fatto in questi anni». Dunque, «discuteranno»: nuovo posizionamento in vista?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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