La base pentastellata è contraria alla decisione del governo di salvare Banca Carige. Secondo un sondaggio Emg pubblicato ieri ad Agorà su Rai3, il 76% degli elettori M5s ritiene ingiusto che lo Stato salvi le banche a fronte di un misero 8% di favorevoli. Anche nel Carroccio la decisione non è stata ben accetta: dice «no» il 64% degli elettori leghisti contro un 33% di favorevoli. Proporzioni che si ribaltano nel caso del Pd: i simpatizzanti dem, infatti, sono propensi a salvare le banche mentre il 38% è contrario. In totale quasi tre italiani su cinque (58%) bocciano l'intervento su Carige e solo uno su tre (32%) giudica positivamente questa mossa.
Il dato sorprendente, tuttavia, non può che essere lo scollamento sempre più evidente tra la leadership di Di Maio e l'elettorato, un fenomeno che con il trascorrere di questi primi sette mesi di governo ha assunto proporzioni visibili. Nel caso di Carige non avrebbe potuto essere altrimenti in quanto i militanti pentastellati, durante questi anni di crisi bancarie, sono stati mediaticamente «bombardati» dai loro capataz sullo spreco di risorse per i salvataggi degli istituti di credito, stanziamenti che nei loro discorsi pubblici erano definiti ingiustificabili in quanto sottraevano denari all'unica misura necessaria: il reddito di cittadinanza. Dopo anni di ululati, perciò, il verdetto non poteva che essere questo.
Ieri la pagina Facebook del Movimento ha pubblicato numerosi post di spiegazione dell'intervento su Carige, ma alcuni commenti sono stati impietosi. «Mai più 5stelle», «Visto che sono soldi pubblici, potrei avere la mia parte?», «è ora che le banche in Italia vadano fallite: Luigi, dovevi restituire solo i soldi ai risparmiatori». Insomma, nonostante lo sforzo propagandistico, il messaggio non è arrivato perché di segno completamente opposto alla linea comunicativa fin qui tenuta. Il decreto «salva-Carige» è ritenuto dalla platea un provvedimento che non avrebbe dovuto essere varato tanto più che lo stesso sondaggio Emg rileva che quasi un pentastellato su due (48%) ritiene che la manovra non aiuterà la ripresa a fronte del 42% di favorevoli. Con le norme sul reddito e sulla pensione di cittadinanza che ancora non hanno visto la luce, l'intervento per l'istituto ligure è stato considerato alla stregua di uno sfregio. E il «sacro» web non mente.
Solo l'11% del campione intervistato ha indicato in Di Maio il personaggio che conta di più nel governo contro il 54% di Salvini che pure sta restringendo il proprio margine su Conte salito al 24. È matematico, perciò, che i grillini considerino l'esperienza giallo-verde fallimentare sotto tutti i punti di vista.
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