Padoan gela Renzi sul taglio delle tasse

Il ministro smentisce il premier. «Ci sono stretti vincoli di bilancio». E Visco smonta i teoremi M5S: «Reddito di cittadinanza insostenibile»

Padoan gela Renzi sul taglio delle tasse

Roma - Sul taglio delle tasse, Pier Carlo Padoan frena, buttando acqua fredda sugli entusiasmi di chi - compreso il premier - spinge per una riduzione dell'Irpef già dal prossimo anno. Il suo ministro dell'Economia invece si mostra assai prudente: «Vedremo - dice - i tagli alle tasse per le imprese sono già previsti, se c'è spazio per farne di ulteriori per le famiglie li faremo. Però ci sono i vincoli di bilancio, che sono assai stretti».

Padoan parla da Trento, dove ieri è stato protagonista al Festival dell'Economia insieme al governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco, e spiega che - nel gioco poliziotto buono-poliziotto cattivo che spesso e con successo conduce con Renzi - «sentir sempre parlare di vincoli è noioso, ma il ministro dell'Economia è quello che deve dire queste cose, perché fra l'altro ci crede». In ogni caso, spiega, quello sui tagli fiscali nella legge di Stabilità del 2017 «è un ragionamento ancora aperto».

Visco elogia le riforme del governo: «Negli ultimi anni nel nostro Paese c'è stato un movimento continuo nella direzione del cambiamento». Ma sottolinea che dopo averle varate, le riforme vanno fatte funzionare: «Quella della Pubblica amministrazione va implementata, una volta progettata», quanto al Jobs Act «deve funzionare anche quando gli incentivi vengono eliminati». Poi il governatore liquida spietato il pezzo forte della propaganda Cinque Stelle, quel «reddito di cittadinanza» che secondo i grillini risolverebbe ogni problema sulla terra. Peccato che, dice Visco, non si possa fare: «Sarebbe insostenibile dal punto di vista finanziario, avrebbe un peso pari al 20% del Pil». Uno sproposito.

Sia Padoan che Visco evocano l'inquietante incognita che pesa sui destini dell'Europa e della sua economia. Se vincesse la Brexit, dice il governatore, «ci saranno forze che cercheranno di seguire l'esempio della Gran Bretagna, che prendono vita da questi fenomeni e che poi portano tumulti sui mercati finanziari». Quelle forze, aggiunge Visco, «vanno contrastate» con risposte politiche. Padoan condivide, e spiega: «La miglior linea di difesa sarebbe quella di annunciare, da parte dei paesi europei, che il processo europeo di integrazione va avanti e si rafforza».

Sulle banche, il ministro critica il bail-in imposto dalla Ue: «Ignora il rischio che i danni si propaghino al sistema e che una banca sana si trovi danneggiata perché vicina alla banca malata».

Il governo Renzi, ricorda, «è arrivato quando non si poteva fare più la bad bank, quando le norme europee non lo consentivano più». Quanto al fondo Atlante, «è un esperimento a cui molti Paesi guardano con interesse, ho ricevuto molte richieste di chiarimento su come funzioni».

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