Coronavirus

Pakistan, il raduno islamico miccia del contagio. Una bomba che ha infettato il Medio Oriente

I due palestinesi contagiati a Gaza erano stati al mega-appuntamento religioso di Lahore: 250mila persone. Striscia a forte rischio, dilaga il virus

Pakistan, il raduno islamico miccia del contagio. Una bomba che ha infettato il Medio Oriente

Beirut Un raduno religioso da 250mila persone in Pakistan è stata forse la miccia del contagio di mezzo Medio Oriente, compresi i primi due casi di coronavirus a Gaza. La Striscia è sotto stretta sorveglianza, anche da parte di Israele, che teme una crisi sanitaria devastante. E si è scoperto che due palestinesi tornavano dal Pakistan e più esattamente da un mega raduno religioso a Lahore. Si tratta del Tablighi Ijtema, cioè la Riunione per la diffusione della fede, un evento islamico organizzato ogni anno dalla Tablighi Jamaat, un movimento integralista e deobandi che ha un seguito enorme nel subcontinente indiano e nell'Asia meridionale ed è presente in oltre 80 Paesi. Ogni anno a Lahore, capitale della provincia del Punjab, si tiene il raduno che coinvolge centinaia di migliaia di partecipanti da tutto il mondo. Un evento che diventa devastante nel bel mezzo della peggiore pandemia da un secolo a questa parte.

Quest'anno 250mila persone si sono riunite fra l'11 e il 15 marzo, in piena esplosione del Covid-19. E i risultati sono stati nefasti. Gaza, isolata dal mondo e non in grado di affrontare la pandemia, è stata infettata. Oggi i casi sono già saliti a sette e sono tutte persone che hanno avuto contatti con i due reduci dal Pakistan. Il 12 marzo, agli organizzatori del raduno è stato chiesto di vietare l'evento, con la scusa del «tempo piovoso». Per i leader della setta infatti cancellare le preghiere della congregazione a causa di una malattia infettiva è sinonimo di ripudio del comando di Allah. L'imam della corrente, Muhammad Taqi Usmani, ha subito replicato che la riunione serviva a «condividere la cura per il virus».

Una follia, mentre il resto del mondo, compreso il Medio Oriente, si muoveva in senso opposto. L'Iran aveva cancellato le preghiere del venerdì e aveva chiuso i luoghi più sacri per gli sciiti, l'Arabia Saudita aveva sospeso i pellegrinaggi e le preghiere a Mecca e Medina. E numerosi Paesi musulmani come Turchia, Emirati Arabi Uniti, Libano, Irak, Giordania, hanno chiuso le loro moschee. Il Pakistan invece oltre al raduno ha permesso pure il 20 marzo le preghiere del venerdì. Il risultato? In una settimana i casi sono esplosi a oltre mille, e i contagi da Lahore sono arrivati in varie province del Paese e addirittura in Kirghizistan. E c'è il sospetto che dal raduno in Pakistan il contagio si sia diffuso anche in Arabia Saudita. Nel Paese i casi di coronavirus si sono propagati nella provincia di Sindh e nella capitale Islamabad, dove la popolazione è stata messa in quarantena. Nel suo tentativo di essere «più musulmano della Mecca», il Pakistan potrebbe finire per diventare il super-diffusore del Covid-19. Il tutto aggravato anche da un pessimo sistema sanitario.

Ma anche il resto del Medio Oriente rischia di essere travolto. In Libano i casi sono saliti a 368 e sono 6 le vittime accertate, in Israele i casi sono 2.

666 e 8 i morti, in Arabia Saudita 900 i casi e due i morti, in Iran la situazione è disastrosa: più di 29mila casi e oltre 2mila morti.

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