Tensione di nuovo alle stelle a Gerusalemme. Ieri alla Porta di Damasco un poliziotto israeliano è stato accoltellato in modo grave da un palestinese originario della Cisgiordania (a sua volta poi ferito) in un attacco salutato da Hamas come «eroico e audace». Un nuovo assalto da parte di un «lupo solitario», che segue la morte venerdì scorso di un altro israeliano, Danny Gonen (25 anni), ucciso a colpi di pistola vicino a un insediamento in Cisgiordania. Il sospetto aggressore del poliziotto si chiama Yasser Yassin al-Tarawah, 18 anni, ed è del villaggio di Sair nei pressi di Hebron, in Cisgiordania. Iscritto al Politecnico, nei social network appare mentre indossa una divisa mimetica ed espone stendardi di Hamas. «Ci sono sempre tentativi di attacchi terroristici e sfortunatamente alcuni di questi hanno successo», commenta sconosolato il premier israeliano Benyamin Netanyahu.
Le minacce a uno dei luoghi più belli del mondo e quelle all'infanzia sono due orrori che l'umanità respinge in ugual modo. E del quale l'Isis si rende ugualmente responsabile. È di ieri la notizia diffusa dall'Osservatorio per i diritti umani della Siria (Ondus), che ha base in Gran Bretagna, per cui lo Stato islamico si preparerebbe a far saltare in aria Palmira, l'antica città romana della Siria. I terroristi avrebbero infatti disseminato il sito - che si trova in una oasi a 240 chilometri a Nord-Est di Damasco e 200 chilometri a Sud-Ovest della città di Deir ez-Zor, sul fiume Eufrate e che è patrimonio dell'umanità riconosciuto dall'Unesco fin dal 1980 - con ordigni. La speranza però è che questo atto non sia stato compiuto tanto con l'obiettivo di far saltare in aria Palmira, nelle mani dell'Is dallo scorso mese di maggio, quanto per fermare l'avanzata delle forze governative e per mettere pressione sull'intera comunità internazionale.
«Ieri hanno piazzato le mine - dice Rami Abdulrahman, capo della Ondus - e le hanno messe anche intorno al teatro romano». Teatro magnificamente conservato che, edificato nella seconda metà del II secolo dopo Cristo, è la principale testimonianza dell'epoca in cui Palmira fece parte della provincia romana di Siria. Una parziale conferma arriva purtroppo dal capo del settore che si occupa dei beni culturali antichi in Siria, Maamoun Abdulkarim: «Sì, sembra tutto vero. La città è nelle loro mani, la situazione è pericolosa». L'Ong riferisce anche di alcuni bombardamenti dei caccia di Damasco sulla città, che hanno causato vittime, e violenti combattimenti a al-Baiarat al-Gharbia. Secondo l'Ondus, le forze siriane «stanno avanzando».
Altro Paese, stesso orrore. A Mosul, capitale del «califfato» in Iraq, i jihadisti hanno rapito 1227 bambini, come denuncia il portavoce del Kurdistan Democratic Party di Mosul, Said Mimousini. Secondo Mimousini i bambini sarebbero stati «portati al campo di al-Salamiya per essere addestrati». Lì infatti l'Isis avrebbe infatti creato un vero e proprio dipartimento per addestrare i minori di 18 anni, sia al combattimento sia agli attacchi suicidi.
Intanto la coalizione anti-Isis guidata dagli Stati Uniti continua a diramare comunicati trionfalistici. Gli occidentali infatti informano di aver effettuato nelle ultime ore 21 raid aerei contro lo Stato islamico. Diciotto hanno avuto come bersaglio nove città irachene, distruggendo covi, equipaggiamenti e armi a disposizione dell'Isis. Infine in Libia sarebbe ricomparso Jihadi John, lo spietato boia mascherato dell'Isis ma di nazionalità britannica scomparso da qualche tempo. L'ultima sua apparizione è relativa a un filmato dell'Isis dello scorso gennaio, in occasione della decapitazione dell'ostaggio giapponese Kenji Goto.
I cinque mesi di assenza dalle scene avevano fatto pensare a una possibile uccisione da parte dei servizi segreti Usa, ma per i tabloid inglesi Sunday Express e Daily Mail l'uomo sarebbe rifugiato in Libia dopo che la sua identità è stata rivelata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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