Tempo scaduto per Di Maio senior. Il papà del vicepremier Luigi Di Maio non avrebbe fornito alcuna documentazione al Comune di Mariglianella, dopo la contestazione degli abusi edilizi (4 fabbricati) nei terreni di proprietà. Due giorni fa, il 14 dicembre, sono terminati i 10 giorni concessi ad Antonio Di Maio per presentare eventuali controdeduzioni in seguito all'accertamento di 4 immobili privi di autorizzazioni. Licenze, condoni e carte: Di Maio senior ha lasciato trascorrere il tempo senza provare a discolparsi. Chiarimenti che al 14 dicembre non sono approdati sulla scrivania dell'ufficio Urbanistica del Comune di Mariglianella. In mancanza di una difesa corredata da atti, il Comune di Mariglianella, domani, comincerà a predisporre l'ordinanza di demolizione per i 4 immobili abusivi. Anche in questo caso c'è un tempo per rispettare l'ordinanza comunale: 120 giorni. Trascorsi i quali, entreranno in azione le ruspe.
C'è un'altra carta che il papà del leader politico dei Cinque stelle valuta: un ricorso al Tar per chiedere l'annullamento del provvedimento di demolizione. Azioni e responsabilità vanno condivise, chiaramente, con la sorella, Giovanna Di Maio, che non vive più in Campania. Ma che risulta proprietaria al 50% dei terreni. Tra eventuali ricorsi e difetti di notifiche, passerà, dunque, ancora un po' di tempo per giungere all'abbattimento dei 4 immobili abusivi scoperti dopo un'inchiesta de Il Giornale. Il 23 novembre scorso, Il Giornale pubblica in esclusiva la storia di un immobile fantasma spuntato su un terreno di proprietà della famiglia Di Maio. Ma bisogna fare un salto indietro nel tempo.
Nel 2000, il padre del vicepremier acquista due terreni e un fabbricato a Mariglianella. Ne rileva però solo il 50 per cento, sia dei terreni che del fabbricato. I due appezzamenti ricadono in un'area che il Prg del 1983 del Comune (ancora vigente) destina alla realizzazione di attrezzature sportive ed edifici scolastici. Al momento del passaggio di proprietà non risulterebbero immobili realizzati sui due terreni. Ed infatti nei documenti presenti nel database dell'Agenzia del Territorio (ex catasto), Di Maio padre è titolare solamente delle due particelle di terreno: la n. 1309 e n. 811. Ma visionando gli estratti satellitari salterebbe fuori un primo immobile sulla particella 1309. Dopo una verifica sull'intero appezzamento di terreno spuntano altri tre manufatti non censiti. Le strutture in muratura non risulterebbero da nessun documento. In Comune non c'è traccia di una richiesta di condono. E nemmeno di autorizzazioni. Un altro documento, pubblicato in esclusiva da Il Giornale, conferma l'anomalia: nel 2010 Equitalia iscrive un'ipoteca per un debito di 176mila euro sui due terreni. E dunque, anche dalle carte in mano al Fisco non risulterebbero immobili dichiarati. Dubbi che portano al blitz della polizia municipale. Ma l'inchiesta giornalista, oltre al sequestro dei manufatti abusivi, fa scattare due inchieste da parte della Procura di Nola.
I magistrati nolani aprono un fascicolo sia per abusi edilizi che per reati ambientali. Perché nel corso dell'ispezione della polizia municipale locale sono stati sequestrati anche rifiuti speciali. Il primo filone, quello sugli abusi edilizi, è a un punto di svolta.
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