Da Spinelli alla Spinelli, dal manifesto di Ventotene al manifesto di Atene, dall'integrazione alla disintegrazione europea. Chissà che direbbe il padre fondatore dell'Unione europea, Altiero Spinelli, dell'economista marxista in Harley Davidson Yanis Varoufakis e del suo leader Alexis Tsipras, la coppia che sta affossando la Ue dopo aver già mandato in fumo qualche centinaio di miliardi in poche ore, chiedendo ancora nuovi prestiti senza peraltro saldare i precedenti debiti e minacciando sfracelli pur di non cedere ai tagli chiesti per restare dentro parametri di spesa europei, invece che sudamericani. Proprio il demolitore di Atene è assurto a faro politico della figlia del grande europeista Altiero, l'intellettuale Barbara Spinelli, che folgorata dalla personalità del leader di Syriza ha accettato di impegnarsi direttamente in politica (Prodi gli chiese a suo tempo di entrare tra i saggi del Pd, ma lei disse no, in compenso ha preso parte con slancio al «No Cav Day» del 2008 per chiedere la cacciata di Berlusconi), dopo quasi 70 anni di brillanti studi e libri, con la Lista Tsipras, purtroppo flagellata fin dai primi istanti di vita da divisioni, guerre personali, fuoriuscite, da ultimo della stessa Barbara Spinelli, componente del primo direttorio del movimento.
Per una congiuntura fortunata, la lista ispirata a Tsipras (che figura tra i fondatori) è riuscita a eleggere tre europarlamentari, anche lì tra mille polemiche e risentimenti. In particolare contro la Spinelli, che si era impegnata a lasciare ad altri il seggio in caso di elezione, ma poi ha cambiato idea, spinta - ha sostenuto lei - da una richiesta personale dello stesso Alexis Tsipras, che nell'arte di cambiare le carte in tavola può dare lezioni nelle università («La Spinelli è arrivata in Europa grazie al cognome del padre, predica lo ius soli per la cittadinanza e pratica lo ius sanguinis per la politica» è uno fra i tanti pensieri gentili che gli hanno rivolto i compagni della lista Tsipras infuriati per il colpo basso).
L'ex editorialista di Repubblica , va detto, ha lasciato il partito non perché delusa da Tsipras, che resta un eroe della resistenza al liberismo selvaggio dell'Europa, ma perché in dissenso totale sulla linea politica con le altre anime del movimento, in particolare quelle troppo vicine all'odiata Sel. Nella lunghissima lettera che ha scritto per motivare il suo addio, la Spinelli conferma la sua vicinanza alla causa di Tsipras: «Continuo a essere convinta che l'Unione europea e l'eurozona vinceranno o si perderanno politicamente a seconda di come sarà affrontata e regolata la questione greca». Nelle ore finali del braccio di ferro tra l'Europa e il ribelle greco, tuttavia, la Spinelli resta silente, ma l'«Altra Europa per Tsipras», il nuovo nome - temporaneo anche questo - del movimento da lei fondato, si muove eccome, anche se il baccano prodotto da quattro gatti è poco udibile. Hanno lanciato la proposta «Rinuncia al tuo debito greco», per regalare i nostri circa 40 miliardi di crediti a Tsipras, e per i prossimi giorni preparano una «Mobilitazione straordinaria e permanente a fianco della Grecia», divenuta per la sinistra comunista dell'ex lista Tsipras, e per la Spinelli, il nuovo sol dell'avvenire. Proprio la Grecia con cui Altiero Spinelli aveva convinto la Commissione europea a chiudere ogni rapporto, perché guidata da un governo non democratico (la stagione dei colonnelli).
Percorsi diversi, opposti? La risposta è già pronta: è Tsipras il nuovo Altiero Spinelli.
In effetti sono stati proprio a Ventotene, tutti quanti, con la Spinelli in testa, un'estate fa, per educare le masse alla battaglia da vincere: «Un'altra Europa è possibile - scandiva a Ventotene la figlia di Spinelli - nel momento in cui il Continente viene percorso da un profondo conflitto tra i popoli, che solo una visione da sinistra può risolvere». Tsipras l'ha presa alla lettera.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.