«Chi diventa amico di Dio, ama i fratelli, si impegna a salvaguardare la loro vita e la loro salute rispettando l'ambiente e la natura». Papa Francesco ieri ha lanciato un messaggio di speranza visitando la Terra dei fuochi, da sempre ostaggio delle ecomafie che vi sotterrano tonnellate di rifiuti velenosi. Accolto dal calore di 250mila fedeli, il Pontefice ha capito subito che la visita a Caserta, in occasione della festa patronale di Sant'Anna, sarebbe stata emozionante. In jeep (dopo essere atterrato in elicottero) si è più volte fermato nella piazza antistante la Reggia per baciare i bimbi, dopo aver incontrato i sacerdoti nella Cappella Palatina, mentre la polizia fronteggiava con le transenne centinaia di persone che avevano oltrepassato la linea rossa, quella oltre la quale si può accedere solo se autorizzati.
Poi, nell'omelia, Francesco ha lanciato il suo messaggio: «È terribile che una terra così bella sia rovinata così, serve il coraggio di opporsi, di dire no ad ogni forma di corruzione e di illegalità». In molti tra la folla avevano passato la notte nei sacchi a pelo pur di conquistare un posto nelle prime file, quelle più vicine all'altare, e non sono mancati svenimenti e malori tra la gente, accalcata nella piazza dove il 23 maggio 1992 celebrò la messa anche Giovanni Paolo II. «So che voi soffrite per queste cose - ha aggiunto il Pontefice - quando sono arrivato uno di voi mi ha detto: Padre ci dia la speranza. Io non posso darvi la speranza ma posso dirvi che questa c'è dove c'è Gesù. Dare il primato a Dio significa avere il coraggio di dire no al male, alla violenza, alle sopraffazioni, per vivere una vita di servizio agli altri e in favore della legalità e del bene comune».
Poi ha invitato tutti a vivere la festa patronale liberi da condizionamento, con implicito riferimento
alle vicende di infiltrazioni mafiose a Oppido Mamertina.«Non lasciatevi rubare la speranza», ha poi concluso promettendo che quest'anno andrà anche a Napoli perché dopo la visita a Caserta «i napoletani sono un pò gelosi».
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